D’Alema: «Renzi come Virna Lisi, con quella bocca può dire ciò che vuole». La replica: «E lui è Nilla Pizzi»
Il dibattito interno nel Pd si arricchisce di sarcastici riferimenti alle vecchie stelle del cinema e della canzone. Ad aprire le ostilità è Massimo D’Alema. «Non mi pare che al successo mediatico di Renzi corrisponda una straordinaria ricchezza e novità di contenuti. Mi ricorda un po’ quella pubblicità con Virna Lisi, con quella bocca può dire ciò che vuole. Salvo poi a dimenticare che in gran parte le cose che ha detto a Firenze sono patrimonio consolidato del Pd». Così l’ex presidente del Consiglio in una intervista al Mattino. Secondo D’Alema, peraltro, non è nemmeno «scontata» la premiership per il sindaco di Firenze qualora diventi segretario: «Può darsi – dice sibillino – che possa sorgere un’altra candidatura, che qualcuno cioè voglia sfidarlo proprio com’è successo tra Bersani e lui»
La replica dei renziani non s’è fatta attendere. Così controbatte il deputato dem Sandro Gozi in una intervista a Intelligonews: «Renzi le cose non solo le sa dire ma le fa capire agli italiani. Essere in empatia con gli italiani anziché in antipatia e farsi capire anziché irritarsi perché non si viene capiti, può farci vincere le elezioni». E poi la stoccata: «Se Renzi è Virna Lisi D’Alema somiglia ai Nilla Pizzi della politica – per stare sul parallelo usato da D’Alema e con tutto il rispetto per l’artista scomparsa: ricordo che essere in empatia con gli italiani anziché in antipatia e farsi capire anziché irritarsi perché non si viene capiti, può farvi vincere le elezioni. Credo che Renzi abbia le qualità opposte e dovremo essere contenti se diventa segretario. Obiettivamente i Nilla Pizzi della politica potrebbero aiutare le nuove generazioni anziché criticarle”.
Ma i paragoni con le stelle del passato non finiscono qui. Per la senatrice del Pd Laura Cantini D’Alema assomiglia a Gloria Swanson nella scena finale di Viale del tramonto. «Sono finiti i tempi in cui l’ex premier sceglieva insieme a pochi altri segreteri e candidati premier. Oggi per fortuna il suo voto vale per uno ma forse non se ne è ancora accorto». Insomma, sul Pd scende la polvere di stelle. Ma il rischio è di finire nelle stalle.