Con Vito Crimi si inabissa la speranza di una nuova classe dirigente selezionata dalla Rete

5 Ott 2013 9:58 - di Redattore 54

Dobbiamo riconoscerlo: più di tutti i “vaffa” di Beppe Grillo, più dell’impoliticità di un movimento che accomuna il fare politica all’accumulo di scontrini, più della delusione degli elettori per l’indisponibilità dei Cinquestelle a fare asse con la sinistra, è stato l’incauto post di Vito Crimi (quello su “Silvio non mollare”) a dare il senso compiuto dell’inadeguatezza della nuova classe dirigente filtrata dagli alambicchi internettiani.

Vito Crimi, non è pentito. Ai giornalisti che ieri lo braccavano per chiedergli conto di quella leggerezza, come fosse un liceale in chat con i compagni di classe, ha spiegato che tra lui e la Rete c’è un feeling talmente forte che non si è saputo trattanere. E così, anziché assolvere a un delicato compito istituzionale nella giunta delle immunità del Senato che stava per prendere una decisione cruciale lui si trastullava a fare battute sulla prostata di Silvio Berlusconi. Persino i grillini più fanatici, stavolta, hanno dovuto prendere atto che lo scivolone è stato poderoso, e talmente gigantesco che chissà se Crimi si potrà mai rialzare. Perché tutti abbiamo percepito plasticamente, al di là del dubbio gusto della battuta, che queste persone scambiano il dibattito politico con il tifo e il controtifo sui social network e questo è non solo bambinesco e puerile, ma soprattutto pericoloso.

Per cui Crimi, essendo quello che è e cercando di giustificarsi, ha peggiorato la situazione osservando: “Quella battuta ha fatto ridere anche gli altri membri della giunta”. E perciò lui doveva essere il primo a mettere la “genialata” sul suo profilo, il primo a far ridere tutti, come se l’Italia avesse bisogno di altri aspiranti clown…

Chi non ricorda che proprio a uno così Pierluigi Bersani, premier incaricato dal Quirinale, aveva fatto atto di “vassallaggio” concedendo una deludente diretta streaming sulle consultazioni? E come si fa a non pensare con un brivido che questo rubicondo senatore con l’immaginario di un teenager è membro del Copasir, cioè dell’organo di controllo sui servizi? Vi immaginate un’altra stupidaggine del genere su una materia così incandescente cosa potrebbe provocare? Prendiamo atto, insomma, che oltre ai venduti, ai corrotti, agli incapaci, ci sono quelli che non ci arrivano proprio. Del resto anche i suoi followers, stavolta, lasciano Vito Crimi senza il sostegno dell’applauso virtuale. Basta leggere i commenti sul suo profilo Fb, tra cui uno, che davvero dice tutto: “Vito, stavolta ai fatto una cazzata”.  “Ai”. Scritto proprio così.

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