Casson e il M5S ci riprovano con il voto palese su Berlusconi. Insorge il Pdl: «È contro il regolamento»

5 Ott 2013 19:20 - di Mariano Folgori

L’iter che dovrebbe portare alla decadenza di Berlusconi da senatore non è ancora concluso. L’ultima e decisiva tappa è il pronunciamento dell’Aula. Il regolamento del Senato prevede in questi casi il voto segreto. E non manca chi, a sinistra, teme sorprese. Ecco spiegato perché Felice Casson, il Torquemada del Pd,  è ora tornato all’attacco: «Chiederemo il voto palese perché anche in base alla Costituzione la legge Severino è una norma a tutela del Senato e non c’entra niente il voto segreto».  Insieme con l’ex magistrato, c’è anche il M5S a manovrare per il voto palese. I senatori pentastellati intendono portare il caso alla Giunta per il regolamento. Ma le norme  di Palazzo Madama parlano chiaro ed escludono il voto palese quando si tratta di decidere della sorte di un membro dell’Assemblea. Solo una modifica del regolamento, votata dalla maggioranza dei senatori,  potrebbe consentire a Casson e compagni di raggiungere il loro scopo. Sull’argomento è intervenuto qualche settimana fa il presidente Grasso, dicendo chiaramente che altra strada non c’è. Può il Pd tentare il blitz in un momento come questo , in cui le larghe intese hanno  ritrovato un loro faticoso equilibrio? È improbabile. Però non si sa mai. È per questo che il senatore del Pdl Francesco Giro ha chiesto chiarimenti al capogruppo del Pd, Luigi Zanda: «Ci chiediamo se Casson rappresenti se stesso e alcuni suoi colleghi fautori di un uso politico della giustizia oppure parli a nome dell’intero Pd, perché se fosse vera la seconda ipotesi avrebbe ragione Sandro Bondi a dubitare della credibilità politica e della tenuta della maggioranza parlamentare delle larghe intese e del governo che essa esprime».

Un altolà è arrivato anche da Renato Schifani: «Il voto dell’Aula per decidere sulla decadenza del senatore Berlusconi sarà un voto segreto. Lo prevede espressamente il regolamento del Senato al terzo comma dell’art. 113 e non credo che il presidente Grasso voglia e possa disattenderlo. La polemica è inutile e stucchevole». A sostegno della tesi del presidente dei senatori Pdl è intervenuto il vicepresidente di Palazzo Madama Maurizio Gasparri, che ha sintetizzato la sua posizione in una ironica battuta: «Voto palese? È un’ottima idea per… rinviare tutto».  «Questa proposta maoista non passerà mai. Se Grasso convoca la giunta per discutere di questo – ragiona Gasparri –  ci staremo tre anni. Ci provi pure. Avvieremo una approfondita discussione che durerà anni. E nel frattempo chiederemo una sospensione del voto. Mi sembra davvero un’ottima idea…».

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