Tagli ai buoni libro, un assessore di Cosenza s’incatena per protesta

16 Set 2013 18:51 - di Giorgia Castelli

L’aveva annunciato e all’apertura delle scuole in Calabria è passato dalle parole ai fatti. L’assessore alla Scuola di Cosenza, Geppino De Rose continua a far parlare di sé: si è incatenato davanti a un istituto cittadino per protestare contro i tagli dei buoni libro decisi dal governo. De Rose aveva anche scritto nei giorni scorsi una lettera al ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza per richiamare l’attenzione dell’esecutivo sui tagli. Sulla base dei parametri ministeriali, infatti, il piano di riparto regionale per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo per l’anno scolastico 2013-2014 prevede che il Comune di Cosenza, (guidato da un’amministrazione di centrodestra), subirà un taglio pari al 56% del trasferimento ottenuto per l’anno precedente. Il Comune, quindi, riceverà quest’anno solo poco più di 195mila euro, invece di circa 450mila. Una manciata di briciole con la quale non riuscirà di certo a soddisfare tutte le richieste. «Un taglio di questo tipo comporta un rischio enorme, e cioè che 2.400 famiglie della nostra città non possano comprare i libri ai figli – ha detto De Rose – e questo sta accadendo nel silenzio di tutti, compreso i partiti e i sindacati. È un attacco al diritto allo studio e io mi autodenuncio: fotocopierò per le famiglie i libri». De Rose nel mettere in atto la sua protesta ha scelto una scuola che si trova in uno dei quartieri a più alta densità abitativa e con la maggiore presenza di famiglie disagiate e che subiscono, dunque, le maggiori conseguenze per il taglio dei buoni libro. «Con questo gesto dimostrativo – ha detto l’assessore – la nostra amministrazione comunale vuole richiamare nuovamente l’attenzione su una questione di capitale importanza che rischia di alimentare pericolosamente il trend della dispersione scolastica e allargare la forbice dell’emarginazione e del disagio che attanaglia molte famiglie cosentine. L’auspicio è che il nostro appello non rimanga nel vuoto al fine di ricercare al più presto soluzioni rispettose del diritto allo studio di moltissimi studenti».

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