Roma, i nomadi fanno i furbi dopo lo sgombero: noi vittime della violenza di sbirri e “fascisti”

23 Set 2013 19:21 - di Franco Bianchini

Giorni e giorni di proteste, il corteo dei residenti, l’allarme («stanno arrivando altre ondate di nomadi»), le timide smentite del Campidoglio, altre polemiche, la conferma dell’arrivo di circa 200 rom dal campo di Castel Romano, il pienone nel campo abusivo di via Salviati a Tor Sapienza, il primo tentativo di sgombero, il Comune che rinvia tutto balbettando, poi lo sgombero definitivo e il tentativo di metterci una pezza da parte dell’assessore Cutini («c’era allerta meteo e per le famiglie ci sono soluzioni alternative che prevedono la sistemazione in centri di accoglienza a Roma»).  Ma non basta. E allora ecco che l’Associazione Nazione Rom annuncia l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Con chi prendersela? Non certo con Ignazio Marino, che è un amico. Ma con i fascisti. Sì, perché nel racconto dello sgombero i rom parlano furbescamente di “uomini neri” in azione. Ecco la denuncia di Nazione Rom: «Il 19 settembre 2013 il vicecomandante della Polizia Municipale di Roma Antonio Di Maggio, unitamente ad altri individui (di cui non conosciamo né grado né corpo di appartenenza) giunti in via la Martora-via Salviati con magliette nere e teste rasate, hanno aggredito la comunità Rom che da mesi sta conducendo una protesta contro l’Apartheid nella quale è stata confinata e rinchiusa nei “campi nomadi” istituiti dallo stato italiano.Nelle operazioni di questi giorni sono stati distrutti e gettati effetti personali, coperte, zaini con i libri di scuola dei bambini. Uomini, donne e bambini sono stati letteralmente presi a schiaffi, strattonati, percossi, umiliati dalla squadra comandata dal vicecomandante Antonio Di Maggio che nel mentre procedeva a denunciare i nostri concittadini per resistenza a pubblico ufficiale. L’associazione denuncia infine la violazione dei «diritti politici ed umani della società civile rom». Immediata la reazione dei residenti: «I veri diritti umani negati sono i nostri che da anni denunciamo inutilmente i furti nelle case, le prevaricazioni dei nomadi, i cassonetti rivoltati, i loro camioncini che sfrecciano ad alta velocità, gli incidenti che provocano, i vetri delle auto rotte, le scene assurde che si ripetono ogni giorno. E la sera il nostro quartiere è completamente nelle mani di queste persone. E guai a dirgli qualcosa…».

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