Referendum, la strana coppia Silvio&Marco: il tifo sfegatato di Ferrara e il gesto dell’ombrello a Travaglio. Il video
La firma di Silvio Berlusconi ai dodici referendum radicali potrebbe rappresentare una nuova fase politica per il leader Pdl, quella del decisionismo garantista. Tra i più entusiasti della mossa del Cavaliere c’è sicuramente Giuliano Ferrara che scrive su Il Foglio: “L’incontro con Marco Pannella è incongruo e magnifico…”. Un incontro che può destabilizzare sia Marco Travaglio (cui Pannella ha dedicato il gesto dell’ombrello con a fianco un Berlusconi sorridente) sia l’arrembante Matteo Renzi. In pratica, ricorda Ferrara, mentre la sinistra si affida agli Ingroia e alla Boccassini, il leader Pdl, con l’aiuto di un grande vecchio della politica come Marco Pannella, recupera i temi liberali delle origini, anche sul divorzio, anche sull’ergastolo, persino sull’abolizione del carcere per i piccoli spacciatori (Berlusconi ha firmato anche questo referendum suscitando il disappunto di Carlo Giovanardi). La chiave di interpretazione di Ferrara rischia però di essere più letterario che aderente alla realtà.
Infatti esiste il rischio concretissimo che in tema di dibattito sulla giustizia diventi dominante l’argomento dell’agibilità politica di Berlusconi anziché la discussione sui referendum radicali (anche se a Largo Argentina c’è grande ottimismo ora che si spera di raggiungere il numero di firme necessario con l’apporto del Pdl).
E poi c’è l’ala più cattolica e moderata del Pdl, oltre a quella di destra, che vede nella firma a tutti i referendum radicali (non solo ai cinque sulla giustizia) un passo falso foriero di ambiguità. Non a caso sia Maurizio Gasparri che Roberto Formigoni hanno subito pensato di distinguersi. Per Gasparri vanno contrastati i referendum che chiedono l’abolizione dell’ergastolo e che su droga, immigrazione e famiglia contrastano con la visione dei moderati. Stessa lunghezza d’onda per Roberto Formigoni. Prese di posizione cui si è affiancato il rimprovero del quotidiano dei vescovi Avvenire che non solo non ha gradito la firma al referendum che introduce il divorzio breve ma neanche quella al quesito che chiede l’abolizione dell’8 per mille. Il mese che è appena iniziato sarà decisivo, allora, per capire se le firme berlusconiane ai quesiti radicali sono l’inizio di una nuova era movimentista o solo una trovata mediatica.