Ore cruciali per Alitalia, i francesi decidono se “crescere”. L’alternativa potrebbe essere il fallimento
Ore cruciali per Alitalia che rischia di finire nella mani francesi o di fallire. Occhi puntati sul Consiglio di amministrazione della compagnia di bandiera convocato per oggi da Colannino e soci per discutere la richiesta di un aumento di capitale fino a 150 milioni di euro. Fonti industriali riferiscono che per certo lo sottoscriverà la Immsi di Roberto Colannino che mercoledì avrebbe già deliberato il sì per una cifra compresa fra gli undici e i dodici milioni di euro. Con molta probabilità il sì arriverà anche dagli altri tre grandi soci: Intesa Sanpaolo, la famiglia Benetton e Air France-Klm, primo socio con il 25%. Con l’aumento di capitale si darà da una parte fiato all’Alitalia e dall’altra si favorirà la fusione senza forti scossoni. Resta da capire che cosa concretamente uscirà fuori dalla riunione del cda. Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, intervistato dal Sole 24 Ore, ha sottolineato che «non è detto che solo i francesi possano immettere capitale. Stiamo lavorando a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche. Oggi l’azienda deve essere difesa finanziariamente, in modo che possa attuare tutto il piano di ristrutturazione del management e tornare con la capacità di fare alleanze da una posizione di forza». Dal canto suo, il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi ha sottolineato che «necessario creare le condizioni affinché la compagnia fosse più forte ed è per questo che cinque anni fa si è scelto Air France. Quello che direi a qualsiasi possibile partner straniero è una cosa molto semplice: al governo interessa il piano industriale e quindi conta sapere che garanzie ci sono per le scelte sugli scali e gli hub e le garanzie per l’occupazione». Per il sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari «su Alitalia va bene che ci siano tanti soci, anche stranieri, ma non dovrebbero possedere una quota di capitale superiore a una certa soglia, che ne porti all’acquisizione e al controllo. Su Alitalia stiamo probabilmente intervenendo in tempo, con la determinazione del ministro Lupi, e su questo rispetto a Telecom c’è nel governo una sensibilità e una capacità tecnica maggiore».