Milano, ultrasinistra violenta all’università? Il rettore: metteremo i tornelli all’ingresso

6 Set 2013 13:22 - di Valerio Pugi

Finalmente il rettore dell’università statale di Milano, Luca Vago, ha aperto gli occhi e ha scoperto la diffusa illegalità – che spesso sfocia in violenza come nel caso dello studente massacrato di botte da una ventina di estremisti di sinistra – che regna nell’ateneo da lui amministrato. «Qui siamo di fronte a un problema di ordine pubblico, con persone che stanno commettendo atti illeciti – ha ammesso in una intervista a Repubblica – Per questo collaboriamo con le forze di polizia e concordiamo con loro ogni mossa. In più, stiamo rivedendo i sistemi di sorveglianza sia interni che esterni, con telecamere, allarmi e un servizio di guardia che sarà incrementato. Stiamo studiando anche una soluzione per filtrare gli ingressi. Adotteremo i tornelli. In questi gruppi ci sono persone molto pericolose. E queste persone non devono rimettere più piede in Statale. È una situazione che ha assunto dei contorni che superano la nostra università: ci sono caratteri comuni con altre forme di resistenza e di antagonismo che si stanno sviluppando in questo Paese».

«È chiaro che gli antagonisti, che occupano l’ateneo e che vanno in giro per l’Italia a farsi arrestare per atti di violenza, si sentano spalleggiati dalla sinistra milanese – ha commentato Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), vicepresidente del Consiglio comunale di Milano – sanno di avere libero accesso in università, sanno che ci saranno sempre petizioni per loro e sanno che nessuno dirà mai niente delle loro occupazioni abusive. Adesso, col tentato omicidio di venti contro uno, l’hanno fatta un po’ troppo grossa anche per gli Arancioni e il sindaco che con tutta calma si è dissociato. Ma non bisogna aspettare episodi così estremi per fermare questi giovani. Rilevo con amarezza – ha continuato De Corato – che, mentre per un fantomatico raduno di forze dell’estrema destra, che non sappiamo neppure dove si terrà, si scatenano polemiche durissime ed escono comunicati stampa di indignazione a getto continuo da parte della sinistra e del Comune, per un ragazzo massacrato dai no-global il sindaco si scomoda a dire due parole solo perché costretto a uscire allo scoperto. Ma un sindaco non si deve muovere quando un 28enne si ritrova la testa fracassata, con lesioni permanenti e possibili danni cerebrali. Ben prima bisognava mettere un freno alle occupazioni, alle intimidazioni e alle prepotenze di questi antagonisti».
Sul fronte dell’inchiesta, i due estremisti di sinistra arrestati (Lorenzo Kalisa Minani, 30 anni, e Simone Di Renzo, 26 anni), attivi nel centro sociale “Panetteria occupata”, sono stati interrogati e avrebbero detto – bontà loro – di essere «molto dispiaciuti per le gravi lesioni subite dal ragazzo, ma le cose non sono andate come è stato ricostruito».

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