Letta gioca a fare il duro, Schifani lo ammonisce: «Su cosa ci chiederà la fiducia?»
Tre ore di “sussurri e grida” in Consiglio dei ministri; colloquio al Quirinale tra il premier e Napolitano; la mancata approvazione della manovrina che doveva bloccate l’aumento dell’Iva (che ormai inevitabilmente salterà) e il “redde rationem”, lunedì o martedì, chiesto da Letta, la verifica sulla fiducia alle Camere: quel che resta di una giornata al alta tensione in seguito alla quale dire che le larghe intese sono appese a un filo è usare un eufemismo. Letta gioca a fare il duro, ma nel consiglio dei ministri notturno i nodi Iva-giustizia sono subito arrivati al pettine e nel “day after” è Renato Schifani a fare un po’ il punto della situazione in un intervista al Messaggero. «Ascolteremo quel che dirà il presidente Letta. Viene a chiederci una fiducia su cosa? Se dovessi pronunziarmi soltanto riguardo alla solidità del rapporto di alleanza con il Pd, della valenza dei principi e dei valori che tengono insieme una coalizione, sulla base di ciò che sta avvenendo in Giunta dovrei dire che voteremmo contro. Se viene a illustrarci dei contenuti, lo ascolteremo e se li troveremo condivisibili, come fino ad oggi è stato, non faremo mancare il nostro voto». Altrimenti il discorso avrà toni diversi, cioè, «se il Pd vuole macchiarsi della colpa di aver calpestato valori costituzionali per poter espellere dal Parlamento Berlusconi pochi mesi prima di quando comunque avverrebbe in esecuzione della sentenza Mediaset, è evidente che la continuazione di un percorso comune sarà difficile». Insomma, insieme a te non ci sto più…? Alt, risponde Schifani. «Poiché c’è ancora tempo prima del 4 ottobre e poiché ci dovrà essere il voto finale dell’aula, resto tra coloro che non si stancheranno mai di rivolgere accorati appelli al Pd affinché fermi questo atteggiamento che purtroppo secondo tanti di noi nasconde la volontà di andare ad elezioni anticipate scaricando la responsabilità su di noi». Il momento della verità, della fiducia “senza se e senza ma” chiesta da Letta tiene alta la tensione in queste ore e da SkyTg24 il capogruppo al Senato ribadisce la linea del Pdl mettendo sul piatto il fattore Iva che così disinvoltamente è stato sacrificato sul piatto dei personalismi. È chiaro Schifani: «Letta chieda la fiducia lunedì, dopo un dibattito tra Camera e Senato: vi è il tempo per farlo, per realizzare questo percorso. E immediatamente dopo, se dovesse ottenere la fiducia, bisogna adottare immediatamente il provvedimento per il blocco dell’Iva». Deve esser chiaro ai cittadini che «il presidente del Consiglio si è assunto la gravissima responsabilità di non deliberare su provvedimenti economici per evitare l’aumento dell’Iva». Una «reazione emotiva» quell del premier, commeta Schifani evidenziando che «il provvedimento era pronto, non è stato adottato per motivazioni politiche». Lo stop alla manovrina è stato «un gesto forte» e se Enrico Letta «subordina queste scelte a un voto di fiducia, a un chiarimento, lo faccia subito, prima di martedì, altrimenti le responsabilità dell’aumento dell’Iva non saranno del Pdl», sottolinea Schifani. Il nodo giustizia nell’ambito della verifica di governo è prioritario, avverte: «Ci attendiamo che il governo si attivi per evitare la procedura europea di infrazione sulla responsabilità civile dei magistrati, si devono attivare le procedure finalizzate alla soluzione di questo problema».