La Russia “riscrive” la sua storia: finisce il mito della Rivoluzione d’Ottobre
La Russia post-comunista ha il coraggio di fare i conti col proprio passato. E lo fa con un manuale scolastico in cui la storia è diversa da com’è stata raccontata per oltre settant’anni in quel Paese. Ed è subito polemica per quanto scritto sulla Rivoluzione d’Ottobre. Finalmente, dopo quasi un secolo, Putin fa giustizia di una favola troppo a lungo raccontata, quella appunto sulla rivoluzione del 1917, che rivoluzione non fu mai, ma piuttosto golpe, e cruento, anche se il peggio verrà negli anni seguenti. La bozza, elaborata su incarico del presidente Putin da esperti dell’Accademia delle Scienze e del ministero della pubblica Istruzione, deve essere consegnata entro il primo novembre ma potrebbe essere pronta già la prossima settimana, secondo alcuni media. Le attese sono forti, in un Paese che secondo molti non ha ancora fatto del tutti i conti con il proprio passato e non mancano le voci dissenzienti. Uno degli autori, Serghiei Zhuzavliov ha anticipato che dopo un lungo dibattito si è deciso di chiudere il testo con un capitolo dedicato alla stagione attuale, segnata dalla figura di Putin, sino alla sua rielezione al Cremlino nel marzo del 2012: una scelta contestata da altri studiosi, favorevoli a chiudere il manuale all’anno 2000 per lasciare un margine di prospettiva e allontanare il sospetto di condizionamenti politici. In realtà l’operazione è condivisibile: la Russia esce da un periodo in cui la storia è stata letteralmente scritta dal governo, anche quella passata. Per decenni ha imperato il culto della personalità nel confronti di Stalin e degli altri della nomenklatura comunista, gli scrittori e gli intellettuali non conformi non solo non erano citati nei libri di storia ma erano addirittura rinchiusi nei gulag. D’altra parte è indubbio che Putin stia segnando un’autentica epoca per la Russia, caratterizzata da svolte e da scelte differenti rispetto al passato. Pochi giorni fa Putin ha detto di non escludere la possibilità di una sua nuova candidatura al Cremlino. Il presidente russo è stato eletto lo scorso anno per il suo terzo mandato, dopo aver ceduto la carica a Dmitri Medvedev nel 2008 e nel frattempo modificato la costituzione introducendo la possibilità di ricandidarsi. Nel quadro della stessa riforma, il mandato del presidente è stato esteso da quattro a sei anni.