Il governo a caccia di risorse per scongiurare l’aumento dell’Iva. Si decide tutto nel cdm di venerdì
L’ultimo giorno utile per bloccare l’aumento dell’Iva sarà venerdì. Ma sullo scatto dell’aliquota al 22%, osteggiato dal Pdl ma previsto già per martedì primo ottobre, la partita è ancora tutta aperta. Il consiglio dei ministri che dovrebbe essere convocato immediatamente dopo il rientro del premier Enrico Letta dagli Stati Uniti (quindi con ogni probabilità proprio venerdì pomeriggio) sarà infatti necessario prima di tutto per procedere con l’aggiustamento dei conti pubblici indispensabile per rientrare sotto il tetto del 3%. L’emergenza per il Tesoro è evidentemente questa, trovare 1,6 miliardi di copertura per rispettare i paletti di bilancio europei. A ribadirlo è stato ancora una volta il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, intervenuto al direttivo di Assonime. Le prospettive di crescita dell’economia italiana miglioreranno nell’ultima parte del 2013 e nel 2014, ha insistito ancora una volta il ministro, anche grazie agli interventi di sostegno avviati e pari a 12 miliardi in tre anni. La determinazione del governo è quindi ora quella di rispettare i vincoli europei, adottando tutte le misure necessarie per coprire ”il modesto” sforamento previsto. Per farlo si procederà sulla strada dei tagli e delle rimodulazioni di spesa, anche reperendo risorse con poste interne al bilancio.
Non è esclusa la carta di un aumento, seppur minimo, delle accise, né quella delle dismissioni, anche se per le privatizzazioni vere e proprie si dovrà attendere la legge di stabilità. Gli effetti di vendite e cessioni sarebbero infatti difficilmente immediati e contabilizzabili sul deficit 2013. Oltre che sull’Iva, per la quale sarebbe necessario un ulteriore miliardo tutto da definire, il discorso rimane peraltro aperto anche sull’Imu. Il governo dovrebbe presentare il decreto con la cancellazione della seconda rata entro il 15 ottobre, in contemporanea dunque con la legge di stabilità in cui prenderà forma la service tax. Ma l’impegno politico preso a fine agosto per la totale eliminazione anche della seconda tranche sembra cominciare a barcollare di fronte alla scarsità di risorse. Ma su questo punto il Pdl non intende recedere: l’impegno a superare l’Imu faceva parte del programma di governo illustrato da Enrico Letta e va rispettato, altrimenti la maggioranza rischia di cadere.