Guerra di nervi nel Pd. Oggi l’assemblea della discordia. E Barca lancia l’Sos tesseramento
L’intesa ancora non c’è: l’assemblea nazionale del Pd, convocata per uno scherzo del destino all’Auditorium della Conciliazione, chiamata a sbrogliare la matassa del congresso d’autunno, regole, data delle primarie, coincidenza o no tra candidato premier e segretario, rischia di acuire la guerra di nervi e la frattura tra l’establishment in minoranza e il baldanzoso Renzi. Convocata e sconvocata la commissione dei 19 sulle regole in attesa di un accordo tra Renzi e Cuperlo, che ieri ha incassato il voto di Franco Marini. Enrico Letta non sarà della partita, logorato a distanza dal sindaco di Firenze che sogna le urne, lo dice chiaramente anche se i suoi lavorano dietro le quinte. «Per la prima volta da quando è nato il Pd non parteciperò a una riunione dell’Assemblea nazionale e mi costa». Il premier affida all’Unità un accorato appello dal titolo “Serve un segretario che unisca il partito e aiuti il governo”. «Non parteggerò per nessun candidato. Reputo più serio e indispensabile all’interesse dell’Italia e anche di questo prtito concentrarmi solo e soltanto sull’attività di governo», chiarisce seccato dalle ricostruzioni giornalistiche e gossip maliziosi sulle sue manovre. In mezzo al guado il segretario-traghettatore Guglielmo Epifani, accusato da Renzi di intelligenza con il nemico e di voler far slittare il congresso al prossimo anno.
A irrigidire le posizioni il calendario e le modalità (ma perfino il costo della partecipazione, 5 o 2 euro?): i bersaniani spingono per celebrare prima i congressi “dal basso”, eleggere i segretari regionali prima delle assise nazionali (con le primarie il 15 dicembre), i renziani puntano all’elezione contemporanea in una data compresa fra il 24 novembre e il 1 dicembre. A complicare la trattativa arriva sul tavolo dell’assemblea l’appello sul tesseramento presentato da non allineati come Laura Puppato, Pippo Civati e Felice Casson e due renziani come Deborah Serraccchiani e Goffredo Bettini dietro la regia di Fabrizio Barca, noto “rompiballe” come lui stesso si è definito. Un Sos per bloccare l’emorragia degli iscritti che suona molto polemico nei confronti della segreteria accusata di immobilismo sul tesseramento, le iscrizioni languono e dal Nazareno nessuno muove un dito. Ma dietro il documento c’è il sospetto che la mancanza di una campagna per il tesseramento sia un modo per chiudere a chiave le porte del Pd all’esterno e controllare gli iscritti in vista del congresso.