«Fuoco sul Cav!», il plotone di esecuzione non aspetta altro. E Pannella li sbeffeggia: sono piccoli Robespierre

12 Set 2013 19:53 - di Girolamo Fragalà

«Plotone, attenti», «caricare», «puntare», «fuoco!». La scena è da finale travolgente di un kolossal, ma molti la usano per sintetizzare quel che sta accadendo in politica dove gran parte dei parlamentari della sinistra non aspettano altro che il segnale, impugnare il fucile e togliere di mezzo il nemico, il diavolo, l’ossessione e anche il suo fantasma. Lo scontro sulla decadenza di Berlusconi è tutto qui, descritto nei modi più fantasiosi, chi evocandoo il plotone di esecuzione e chi rispolverando persino le tragiche immagini di Piazzale Loreto. È la vendetta sanguinaria degli uomini dalla faccia d’angelo che vanno in tv solo per dire che «la legge è uguale per tutti», fingendo di non sapere che cos’è accaduto negli ultimi vent’anni, la persecuzione giudiziaria, le condanne pari a quelle dello “zio Michele” di Avetrana e riservando all’amico “insolente” Violante – che ha osato ricordare il diritto del Cav a difendersi – un bel gavettone con acqua gelata. La punizione per il “compagno che sbaglia”. Sono tutti lì ad attendere che arrivi il giorno del regolamento dei conti e magari brindare per strada, come fecero quando Berlusconi si dimise e fu sostituito da Monti. Nel plotone ci sono i soliti noti, da Epifani a Rosy Bindi, accompagnati dall’ormai poco noto Di Pietro, cacciato fuori a furor di popolo dal Parlamento (“giustizia elettorale”). Ad avere il coraggio di parlar chiaro è ancora una volta Marco Pannella, stremato dalla battaglia referendaria, dallo sciopero della fame e della sete che gli sta provocando gravi conseguenze fisiche «Silvio, ti chiedo di dimetterti – ha detto – in modo da sbaragliare i tuoi nemici, i Robespierre “epifanici”. È una singolare opportunità di far divenire popolarità vincente ciò che invece in questi giorni rischia di inabissarci tutti». Il paragone dei parlamentari della sinistra (con qualche aggiunta di centristi montiani) con il più noto e controverso protagonista della Rivoluzione Francese e del Terrore, sembra azzardato ma risponde a una verità. Ci sono storici che lo ritengono un idealista cresciuto nell’illuminismo (e in questi giorni tanti esponenti del Pd fanno credere di essere i “giustizieri per l’idea”, illuminati, missionari, destinati a liberare l’Italia dal nuovo oppressore). Ma tutti sanno che Robespierre causò le esecuzioni di coloro che erano considerati nemici della Rivoluzione. Ecco, Berlusconi è nemico della loro Rivoluzione e quindi va politicamente eliminato. Ma non tutte le rivoluzioni sono andate in porto. Forse se a sinistra studiassero un po’ di più, si risolverebbero molti problemi.

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