Battaglia sulla decadenza. Schifani: se votano contro le proposte del relatore non c’è più maggioranza

9 Set 2013 20:40 - di Redazione

Si è fatto subito rovente il clima alla giunta delle autorizzazioni del Senato chiamata a decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Il relatore Andrea Augello ha proposto alla giunta una questione pregiudiziale: la proposta di rinvio alla Corte di Lussemburgo, la Corte di giustizia della Ue, per verificare se la legge Severino viola i principi comunitari.

Nella sua relazione Augello propone inoltre di sollevare una “questione incidentale” davanti alla Corte costituzionale, riferita a “dieci diversi profili di illegittimità costituzionale” della legge Severino, “reputati rilevanti e non manifestamente infondati”.

Subito è filtrata l’interpretazione, da parte del Pd e del M5S, che il Pdl puntava a una dilazione ritenuta irricevibile. Posizioni rigide rafforzate dalla decisione di un voto unico sulle eccezioni poste da Augello e sulla sua relazione. Un voto contrario, ha scritto poi su Facebook il gruppo dei 5Stelle al Senato, significherebbe la sostituzione dello stesso relatore Augello. In serata è stato il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani a tirare le somme: “Dalla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Pd e di M5S che intendono votare domani contro le pregiudiziali formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo, non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo”. Un ultimo appello alla ragionevolezza è arrivato da Renato Brunetta: accogliete il ricorso alla Corte costituzionale, no a giudizi sommari. I lavori della giunta sono stati aggiornati alle 20 di domani e probabilmente si giungerà al voto in serata. Il segretario del Pd Epifani, chiamato in causa dagli appelli del Pdl alla responsabilità, ha detto che non si tratta di dare un giudizio politico su Berlusconi ma di applicare il principio che la legge è uguale per tutti.

Si è appreso intanto da Milano che si svolgerà il 19 ottobre alla III Corte d’Appello l’udienza sulla vicenda Mediaset per la rideterminazione dell’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Il primo agosto la Cassazione aveva deciso il rinvio solo per la pena accessoria di 5 anni.

 

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