Bari, paziente massacra con 28 coltellate la sua psichiatra

4 Set 2013 12:18 - di Sandro Forte

Una psichiatra di 53 anni, Paola Labriola, madre di due figli, è stata uccisa sul posto di lavoro, il Sim (Servizio di Igiene Mentale) di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà a Bari. L’omicida, che ha 44 anni, è stato arrestato: è un paziente in cura presso la struttura sanitaria in cui lavorava la dottoressa. L’aggressione è avvenuta attorno alle 9,30 nello studio medico del Sim dove la professionista prestava la sua opera. La vittima è stata raggiunta da decine di coltellate al collo, alle spalle e in varie altre parti del corpo. L’assassino ha usato un coltello da cucina con una lama lunga 12 centimetri. Sul posto sono arrivati immediatamente i soccorsi ma non c’è stato nulla da fare: la dottoressa è deceduta sul colpo. L’omicida, fermato dalla polizia, è stato condotto in commissariato e sottoposto ad interrogatorio. Si sa che era un paziente del Sim ma non se effettivamente si curasse e i motivi che lo hanno spinto ad uccidere con ben 28 coltellate la sua psichiatra. Sconvolti i colleghi della donna, una professionista molto conosciuta e stimata. Sono stati loro ad accorgersi dell’accaduto e a dare l’allarme. E la tensione è scoppiata dopo questo ennesimo episodio di violenza – raccontano – sfociato in tragedia. I colleghi della psichiatra avrebbero aggredito verbalmente il direttore generale Domenico Colasanto, giunto sul posto subito dopo aver appreso la notizia. A quanto pare, da tempo si denunciavano rischi per la sicurezza degli operatori nel centro in un quartiere della città considerato difficile. Profondamente turbato Antonio Amendola, medico del Policlinico e segretario regionale dell’Aaroi, sindacato degli anestesisti: «Conoscevo la dottoressa da un punto di vista professionale. Una collega molto disponibile, brava e soprattutto molto competente. Sono certo che amasse profondamente il suo lavoro. Era in grado di lavorare da sola e in équipe. Era in grado di maneggiare i farmaci. Nell’ampio spettro del nostro lavoro non c’è da fare nessuna critica. Hanno beccato una fra le migliori». Antonella Morga, segretario della Fp Cgil di Bari, era un’amica di Labriola: «Io non so niente della dinamica. Non è possibile pensare che si debba lavorare per morire. Si lavora in condizioni disastrose in servizi del territorio che dovrebbero essere maggiormente salvaguardati, perché sono da sempre in trincea».

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