Per i rom corsi di educazione civica: la Regione Lombardia esamina un progetto di legge di Fratelli d’Italia

2 Ago 2013 17:13 - di Sandro Forte

Insegnare educazione civica ai rom: è uno dei punti più qualificanti del progetto di legge regionale che Fratelli d’Italia ha presentato alla Regione Lombardia, primo firmatario Riccardo De Corato. «La legge – spiega l’ex vicesindaco di Milano – sostituisce quella, ormai superdatata, del 1989. Da allora sono intervenuti numerosi cambiamenti sul fronte della presenza dei nomadi nelle nostre città».
La proposta di De Corato stabilisce innanzitutto che il periodo massimo di sosta nei campi dev’essere di tre mesi, prorogabile solo in caso di minori che frequentino la scuola dell’obbligo (quando però sia comprovata la loro regolare presenza in classe). «I nomadi, come dice la parola stessa, sono popolazioni che si spostano da un territorio all’altro, non sono popolazioni stanziali. Non è corretto quindi – sostiene l’esponente di centrodestra – come fa il Comune di Milano con argomentazioni ideologiche e ambigue, attivarsi per trovare loro un alloggio stabile impiegando soldi pubblici. Perché i nomadi non sono residenti stabili e non possono diventarlo quando fa loro comodo, complici le stesse istituzioni».
Ecco gli altri punti salienti del progetto di legge: è vietato ogni genere di autocostruzione all’interno dei campi e quelle ammesse devono rispondere alle norme comunali. L’ammissione ai campi è consentita solo a persone che siano in possesso di documenti d’identità (se cittadini italiani o Ue) o documenti che comprovino il regolare soggiorno nel nostro territorio, e soprattutto che non siano stati destinatari di provvedimenti di allontanamento. Per quanto riguarda i servizi socio-sanitari, i nomadi sprovvisti di cittadinanza italiana e non registrati all’anagrafe si atterranno alle disposizioni in materia di fruizione dei servizi alla persona, valide per tutti i cittadini stranieri. Alla Regione Lombardia spetta di stabilire gli indirizzi in fatto di prevenzione attraverso verifiche almeno quadrimestrali delle condizioni igieniche e sanitarie nei campi. I Comuni possono disciplinare, tra le altre cose, le modalità di compartecipazione degli utenti nomadi ai costi di utilizzo dell’area. È previsto a livello comunale un comitato di gestione che effettua controlli periodici anche in collaborazione con le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la polizia locale. Tra gli obiettivi della legge, come si è detto, l’organizzazione di corsi di Educazione civica e di percorsi di integrazione in sinergia con i Comuni. I corsi dovranno favorire la conoscenza e l’osservanza delle nostre regole di convivenza civile. «Il rispetto di queste regole – conclude De Corato – è la base per una reale integrazione. Basta buonismo, che fa male anche ai nomadi. Finalmente regole certe e un atteggiamento lineare che aiuti a comprendere come inserirsi correttamente nella nostra realtà».

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