Landini: Fiat non vuole applicare la sentenza della Consulta. Il Lingotto smentisce: la rispetteremo
Nuova tornata di incontri con i sindacati per Fiat a Roma, che in mattinata ha visto le rappresentanze di settore firmatarie degli accordi con il Lingotto (Fim, Uilm e Fismic), e nel primo pomeriggio la Fiom. Riflettori puntati sul ruolo del sindacato guidato da Maurizio Landini, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che riconosce il diritto di rappresentanza anche ai sindacati non firmatari di accordi. Il nodo dei rapporti con le tue blu è stato, infatti, tra i temi dell’incontro tra la delegazione del Lingotto guidata dal responsabile delle relazioni industriali di Fiat, Pietro De Biasi, e i sindacati che hanno invece siglato le intese. I quali hanno riferito di condividere la posizione dell’azienda secondo cui resta necessario che Fiom riconosca gli accordi siglati con gli altri sindacati come condizione «imprescindibile» perché l’organizzazione torni ai tavoli Fiat-sindacati. «L’incontro con Fiat è andato male», riferisce Landini, «Fiat non intende applicare la sentenza della Corte costituzionale sul diritto alla rappresentanza in fabbrica. È un’offesa alla nostra Costituzione». Dopo quasi tre ore di confronto, secondo Landini, la posizione dell’azienda è «che chi è stato discriminato dovrebbe accettare quello stesso accordo con cui è stato discriminato, anche se c’è una sentenza che lo ha giudicato discriminatorio». A settembre – incalza – «abbiamo il diritto di rientrare e metteremo in campo tutto quello che potremo fare perché venga rispettato, anche le vie legali». Dopo poco arriva la smentita del Lingotto, Landini ha capovolto la verità. «Il segretario della Fiom strumentalizza a suo piacimento quanto è stato detto nel corso dell’incontro tra l’azienda e la sua organizzazione sindacale – dice un portavoce – Fiat ha chiaramente detto che rispetterà la sentenza della Corte Costituzionale».