In giunta le carte della difesa di Berlusconi: ricorso alla Consulta e a Strasburgo

28 Ago 2013 18:25 - di Redazione

Silvio Berlusconi va all’attacco. Sono stati depositati alla presidenza della giunta per le elezioni e le immunità del Senato i sei pareri dei giuristi e costituzionalisti corredati da una breve lettera a firma del Cavaliere. La missiva preannuncia anche il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro la legge Severino. Le richieste, presentate dai legali dell’ex premier, sono precise: affidare alla Consulta il compito di sciogliere i dubbi sulla costituzionalità della legge Severino e sospensione dei lavori della giunta del Senato in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. Ad esprimersi sulla costituzionalità della legge sono stati Giovanni Guzzetta, Giorgio Spangher, Antonia Antonella Marandola, Roberto Nania, Gustavo Pansini e poi Nicolò Zanon, Beniamino Caravita e Giuseppe De Vergottini, che hanno firmato un parere a sei mani.

Nella missiva il Cavaliere è assolutamente formale, si limita a riconoscere il «complesso e delicato lavoro» dei senatori, sottolinea che i pareri pro-veritate sono realativi alla «novità e peculiarità della norma sottoposta a giudizio» e ritiene «allo stato di non esplicare alcuna ulteriore osservazione». Null’altro. La memoria presentata oggi è stata trasmessa così entro il termine prescritto: e cioè il 28 agosto. A questo punto il 9 settembre la giunta dovrà votare sulla richiesta di rinviare alla Consulta l’interpretazione del testo della legge Severino-Monti, che prevede l’incandidabilità per i condannati ad una serie di reati tra cui la frode fiscale. Relatore è Andrea Augello che sta preparando la relazione che terrà il 9 settembre quando la giunta per le elezioni dovrà esprimersi sulla decadenza di Silvio Berlusconi. «Sto lavorando – spiega – alla relazione che proporrò il 9. Non posso anticipare nulla sul contenuto. Per il mio ruolo istituzionale ho l’obbligo della riservatezza, le polemiche non mi interessano. Posso solo assicurare che la mia relazione non sarà improvvisata, ma seria, approfondita e dettagliata». Quanto al Pd, Luciano Violante nega a Repubblica.it che la sua posizione su un eventuale ricorso alla Consulta sia un’apertura al Cavaliere, in merito alla decadenza da senatore e la definisce “solo un’ipotesi”. E poi spiega che la posizione del Pd «è quella del segretario Epifani». «La mia – dice – è un’opinione personale. Quella del partito è quella espressa dal segretario che io rispetto. Ma – sottolinea Violante – Guglielmo Epifani ha anche detto giustamente che Berlusconi ha il diritto di difendersi e se ha diritto di difendersi, gli altri hanno il dovere di ascoltare e decidere dopo aver ascoltato la difesa».

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