Siamo un popolo di navigatori, ma non sul web. Un italiano su tre non è mai stato on-line

9 Lug 2013 17:36 - di Guido Liberati

Siamo un popolo di santi, poeti e navigatori, ma non sul web. A certificarlo il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, nella Relazione al Parlamento. L’Italia è «al quarto posto in Europa nella non invidiabile classifica del numero di individui che non ha mai avuto accesso a internet (37,2% contro una media EU27 di 22,4%2)». Allo stesso tempo – sottolinea Cardani – siamo anche il Paese in Europa in cui gli internauti hanno la più alta frequenza di accesso (oltre il 91% accede regolarmente ogni giorno mentre la media EU27 è del 79%». «Trentotto milioni di italiani – dice ancora Cardani – dichiarano di accedere a internet da qualunque luogo e device. Anche se, curiosamente, l’accesso alla rete non favorisce, per ora, la gamma di utilizzo delle attività on line».

Un popolo di analfabeti digitali, non per colpa loro, ma a causa di politiche da terzo mondo. «E’ passato inosservato ai più – si legge nella relazione dell’Agcom – ma lo scorso giugno la decisione di uscita dell’italia dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo è stata accompagnata da una raccomandazione del Consiglio europeo ad adottare provvedimenti per «potenziare la capacità infrastrutturale concentrandosi nelle telecomunicazioni, sulla banda larga ad alta velocità». In particolare, «le reti fisse di nuova generazione sono al palo. Sopra i 10 Mbit/s, la sottoscrizione media al 2012  in Europa è del 59%, da noi ristagna al 14%. Non pervenuta quella per le connessioni sopra i 30 Mbit/s. Non pervenuta la fibra, né la cablatura dei distretti. Non pervenuta la catch-up tv, né il video on demand».

Nella fotografia scattata dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni nella Relazione annuale al Parlamento, il 2012 incorona Sky regina dei ricavi, con il gran sorpasso su Mediaset e Rai, segnando la drammatica flessione delle risorse nel mercato delle comunicazioni, scese del 6.6 per cento, con un crollo verticale nell’editoria, che in un anno ha bruciato un miliardo. In controtendenza solo Internet, (+12%), ma con una quota ancora limitata al 4 per cento della torta totale.

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