Molotov a Monte Athos: sono quelle dei monaci ribelli contro i funzionari che devono eseguire lo sfratto dal monastero di Esphigmenou
Se non è una guerra di religione, di certo ci somiglia. Un gruppo di ieratici monaci ortodossi del Monte Athos, la millenaria Repubblica Teocratica del nord della Grecia, da anni in rivolta contro il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, accusato di essere troppo amichevole con l’odiata Chiesa di Roma, ha preso a sassate e molotov un gruppo di funzionari governativi che volevano eseguire lo sfratto della confraternita dal monastero di Esphigmenou. E promettono battaglia. Secondo quanto ha dichiarato Iraklis Moraitis, portavoce del monastero – dichiarato scismatico ed illegale dal patriarca Bartolomeo nel 2002, che ne ordinò lo sfratto – “i monaci di Esphigmenou che si trovano nella loro residenza sono in grado di difenderla. Ci aspettiamo l’intervento del procuratore di Salonicco. Ci aspettiamo che la polizia offra una soluzione pacifica, altrimenti ciò che accadrà macchierà l’immagine della Grecia nel mondo”. La guerra con il patriarcato (che secondo la costituzione greca è l’autorità cui fa riferimento la Repubblica di Monte Athos), ha conosciuto una lunga battaglia legale, culminata con l’ordine esecutivo di sfratto, ma anche assedi della polizia a Esphigmenou, che ha persino steso lo striscione ‘Ortodossia o morte’.
Un conflitto che ha origini relativamente lontane, ma non per la memoria lunga dei ‘pope’ ortodossi, che lì vivono dall’XI secolo. La frattura con l’autorità che ha sede a Istanbul risale al 1964, quando l’allora patriarca Athenagoras incontrò a Gerusalemme l’allora papa Paolo VI, un gesto che ai residenti del monastero è sembrato un autentico tradimento, il patriarca sarebbe «reo» di tradire l’ortodossia con le sue aperture ecumeniche nei confronti del Vaticano. E da quando Bartolomeo, l’attuale patriarca, si è insediato al vertice della chiesa ortodossa nel 1991, il dialogo con i cattolici ha avuto un ulteriore slancio, con numerosi incontri tra lo stesso Bartolomeo e papa Giovanni Paolo II, che ha anche compiuto una storica visita in Grecia nel 2001. Bartolomeo, che già aveva incontrato papa Benedetto XVI, quando è stato a Roma per l’intronizzazione di papa Francesco – un fatto che non accadeva da mille anni – lo ha invitato a Istanbul per novembre 2014. Un gesto che deve aver irritato ulteriormente i ribelli di Esphigmenou.
L’assedio della polizia nel 2003 – ai monaci furono tagliate acqua ed elettricità – si concluse con l’annuncio del ricorso al Consiglio di Stato. Ma nel 2005 lo stesso Consiglio ha sancito che i residenti del monastero – qualche decina – se ne devono andare, così che le autorità ecclesiastiche possano disporre dei beni di Esphigmenou. Chiunque sia dichiarato scismatico, infatti, non può vivere nella zona di Monte Athos, al pari dei non ortodossi e delle donne. Il temperamento caldo degli ultrà di questo monastero ha fatto anche scoppiare – sempre nel 2005 – una rissa con quattro monaci ‘lealisti’ che erano arrivati a Esphigmenou per compiere lavori di manutenzione. Accolti da lancio di oggetti dalle finestre delle celle, e appena entrati in contatto con gli scismatici, sono volati calci e pugni. Solo l’arrivo della polizia ha diviso le due fazioni e riportato la calma meditativa che di solito regna tra le alture e le spiagge incontaminate di Monte Athos.