L’Anpi non demorde e su via Rasella pretende la rettifica dalla Rai

13 Lug 2013 19:24 - di Renato Berio

L’Anpi non demorde nella guerra di dichiarazioni contro Pippo Baudo per il caso di via Rasella. Ai partigiani italiani non va giù la circostanza che l’azione sia stata definita un attentato e non un “legittimo atto di guerra” come stabilito dalla Cassazione. Dopo una prima raffica di indignate dichiarazioni l’Anpi ha alzato il tiro, chiedendo alla Rai una rettifica nel corso della stessa trasmissione “Il viaggio” in cui Baudo, intervistando il maggiore Francesco Sardone, ha fornito una ricostruzione dell’eccidio sgradita alla vulgata antifascista. In caso di mancata “soddisfazione” da parte della Rai, l’Anpi si riserva “di esperire ogni necessaria azione a tutela dell’immagine e dell’onore dei partigiani, come espressamente richiesto e previsto dal suo Statuto”. Le affermazione fatte da Baudo dopo la trasmissione sono risultate per l’Anpi ancora più urticanti perché il conduttore , per nulla intimidito, ha insistito nella versione dei fatti che avalla la tesi della responsabilità dei partigiani in quel tragico marzo del 1944. In pratica, l’Anpi pretende che la Rai ora restituisca a Bentivegna e a Carla Capponi l’aureola di “eroi”. Baudo aveva invece sostenuto e sostiene che i partigiani sapevano bene che la reazione dei tedeschi sarebbe stata di uno a dieci e che quindi, non consegnandosi dopo la strage, avevano contribuito all’uccisione di 335 innocenti nelle Fosse Ardeatine.

“Che vigesse una legge del taglione che prescriveva dieci morti italiani per ogni tedesco ucciso – afferma Baudo – purtroppo lo si sapeva già. Dopo l’attentato di via Rasella in cui morirono 33 soldati tedeschi, le truppe occupanti, che erano cruente e non facevano sconti, hanno moltiplicato per dieci, mettendone addirittura cinque in più e hanno ucciso 335 persone che non c’entravano niente. E solo per questi cinque in più Erich Priebke è stato condannato da un tribunale italiano, che ha riconosciuto le ragioni militari della rappresaglia. Io paragono tutto all’atto di Salvo D’Acquisto, che si è immolato per salvare innocenti. Qui nessuno è venuto fuori a dire ‘siamo stati noi’, e purtroppo i tedeschi hanno applicato la rappresaglia in maniera cruenta Capisco – ha concluso il conduttore – che questi argomenti sono tabù ma bisogna parlarne per capire e far capire, soprattutto ai giovani, le atrocità della guerra”.

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