Il vescovo di Nola replica alla Fiat: “Voglio il dialogo, non sto con i violenti”
Il futuro delle relazioni industriali non è affidato solo alla dialettica imprese-sindacati. Non quando c’è di mezzo la Fiat. E La Fiat sta facendo pesare alquanto i sì e i no agli incontri soprattutto se si tratta di sì e no che coinvolgono le istituzioni. Prima è giunto il discusso no di Laura Boldrini, presidente della Camera, alla visita allo stabilimento Sevel di Val di Sangro. Poi è toccato al Lingotto dire no. Niente incontro con sindacati e dirigenti aziendali patrocinato dal vescovo di Nola Beniamino Depalma sul futuro di Pomigliano. Il responsabile dello stabilimento di Pomigliano, Giuseppe Figliuolo, declinando l’invito a partecipare all’incontro sulle sorti della fabbrica, ha accusato il prelato di avere preso parte ai picchetti organizzati dai “violenti”. Monsignor Depalma ha replicato con una lettera che è stata diffusa alle agenzie di stampa: “La natura pubblica che la vicenda ha assunto, e soprattutto la gravità dell’accusa a me rivolta, pretende una risposta altrettanto pubblica. No, dottor Figliuolo – afferma mons. Depalma – io non sto dalla parte dei violenti, né volontariamente né, come dice lei, ‘involontariamente’. Le dirò di più: la Chiesa non conosce la parola ‘contro’, né tantomeno, nelle vicende sociali, assume posizioni pregiudiziali a favore dell’una o dell’altra parte”. “Proprio la vicenda-Fiat – continua il vescovo di Nola – è emblematica dello stile che ho cercato di assumere: provare sempre, in ogni circostanza, anche la più burrascosa, a mettere le persone intorno allo stesso tavolo. Lavoratori, azienda, politici… Siamo tutti sulla stessa barca – conclude mons. Depalma – è questa la mia ferma consapevolezza”. Il vescovo ha in ogni caso detto sì all’invito rivoltogli da Figliuolo di visitare lo stabilimento di Pomigliano spiegando, in una lettera al Mattino, di aver accolto l’invito “per avere l’opportunità di un confronto franco e diretto”.