Il Pd si spacca sul rinvio del congresso. Per i renziani non se ne parla e c’è chi minaccia: senza la data occupiamo il partito

22 Lug 2013 15:54 - di Redazione

Rinvio del congresso, tagliando a settembre, mozione pro-Letta anche in occasione dell’assise generale del Pd. E’ un fiorire quotidiano di proposte nel Partito democratico, con il segretario che cerca di tenere insieme le varie istanze riproponendo un ‘tagliando’ all’esecutivo dopo l’estate e promettendo una discussione “franca e costruttiva” nelle prossime direzioni sia sul rapporto con il governo, sia sulle regole congressuali e, quindi, anche sulla data del congresso. Che allo stato dovrà tenersi, come già deciso, entro fine anno. L’azzardo di Beppe Fioroni di proporre di rinviare il Congresso per mettere in sicurezza l’esecutivo guidato da Letta, ha infatti già scatenato i renziani che non ci stanno. Ma Giorgio Merlo rilancia: “Fioroni ha ragione. Molti vedono il dibattito congressuale come una ghiotta occasione per far saltare per aria il governo”.

Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria, parla di “balletto offensivo sulla data del congresso”. “Come si fa – afferma in un’intervista a L’Unità – a pensare dopo tutto quanto è accaduto che si possa rinviare una discussione di verità sul futuro del Pd e del Paese?”. Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Ue e anche lui aspirante candidato alla segreteria,  giudica irricevibile la proposta di rinvio del congresso: “Se Guglielmo Epifani non fisserà la data del congresso entro settembre, siamo pronti a occupare il Nazareno finché lo Statuto non sarà rispettato”. Il deputato Fausto Raciti ritiene che fare chiarezza sia essenziale, per questo il congresso è più che necessario.

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