Effetto boomerang del federalismo fiscale: esplodono le tasse locali, in 10 anni + 500%

15 Lug 2013 20:36 - di Redazione

Il federalismo fiscale non ha centrato l’obiettivo. Doveva dare autonomia impositiva ai territori senza alzare la pressione fiscale e invece il gettito delle tasse locali in vent’anni, dal 1992 al 2012, è passato da meno di 18 miliardi di euro a oltre 108 “con un eccezionale incremento di oltre il 500%”. È quanto emerge da uno studio della Confcommercio, in collaborazione con il Cer, che analizza le dinamiche legate al federalismo fiscale. Con l’esplosione del fisco locale, le tasse delle amministrazioni centrali non hanno comunque fatto un passo indietro: il gettito dal ’92 è quasi raddoppiato passando da 185 a 362 miliardi di euro. «La pressione fiscale rimane il grande problema irrisolto del nostro Paese, e questo livello di tassazione risulta, di fatto, incompatibile con qualsiasi concreta e realistica ripresa dell’economia», commenta il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli. Negli ultimi 20 anni – rileva lo studio di Confcommercio e Cer – la spesa corrente delle amministrazioni centrali (Stato e altri enti) è cresciuta del 53%. La spesa di regioni, province e comuni del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%: il risultato è che la spesa pubblica complessiva è raddoppiata. «Per fronteggiare questa dinamica – sottolinea il dossier – si è assistito ad una esplosione del gettito derivante dalle imposte (dirette e indirette) a livello locale con un aumento del 500% a cui si è associato il sostanziale raddoppio a livello centrale. Inoltre, nell’ultimo decennio, risulta quasi triplicata l’incidenza delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef; rilevante, infine, la differenziazione delle singole regioni in base all’incidenza dalla tassazione locale: l’aliquota Irap per un’impresa della Campania è quasi il doppio di quella che deve pagare un’impresa di Bolzano». Per l’organizzazione dei commercianti dunque “uno degli obiettivi principali del federalismo fiscale, quello, cioè, di mantenere inalterata la pressione fiscale a carico dei contribuenti, è stato del tutto disatteso rendendo, pertanto, sempre più necessario un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo”. Il presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone (Pdl) commenta così i dati: «Oltre al danno, la beffa: le regioni dove famiglie e imprese pagano di più, sono anche le più inefficienti».

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