Caso Shalabayeva, il Pdl difende Alfano e avverte: non si consegni il Paese all’instabilità
Il premier Letta promette che il governo andrà fino in fondo sull’espulsione, poi revocata, di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, rispedita in patria con la figlia di 6 anni. Sul caso, ancora pieno di ombre che vanno dipanate al più presto, è stata costruita una campagna stampa, con Repubblica in prima linea, che ha nel mirino il ministro degli Interni Alfano, il quale ha sostenuto di essere stato tenuto all’oscuro sulle procedure che hanno condotto al fermo e quindi all’espulsione di Alma Shalabayeva. A irrobustire la tela dei retroscena non verificati sono giunte anche notizie su un presunto incontro in Sardegna tra l’ex premier Silvio Berlusconi e il presidente del Kazakistan Nazarbayev. Notizia smentita da Palazzo Grazioli: “Sabato scorso, 6 luglio, contrariamente a quanto riporta stamani un quotidiano sardo, citato a sua volta da agenzie di stampa, il presidente Berlusconi si è trattenuto tutto il giorno nella sua residenza di Arcore. In nessun altro giorno il presidente Berlusconi si è recato in Sardegna e non ha mai incontrato il presidente Nazarbayev durante il suo soggiorno in Italia”. Il presidente kazako si trovava in Italia per una breve vacanza che è stata interrotta quando è esploso il caso Shalabayeva. Non si esclude che lo stesso ministro Alfano, contro il quale è stata presentata oggi una mozione di sfiducia da parte dei deputati e dei senatori Cinquestelle e Sel, possa recarsi in Parlamento per spiegare la sua posizione. I giornali riferiscono della sua ira verso chi lo avrebbe ingannato e della sua determinazione a “fermare molte carriere”.
Il Pdl in modo compatto e deciso difende il ministro Alfano e avverte le opposizioni che gonfiare a dismisura questo caso significa silurare il governo e consegnare il Paese all’instabilità. Secondo Brunetta la campagna anti-Alfano che si sta sviluppando ha un preciso obiettivo: far cadere Letta e favorire la premiership di Matteo Renzi. Ma al di là della querelle politica è in gioco l’immagine internazionale dell’Italia e ciò chiama in causa anche il ministro degli Esteri Emma Bonino. Il consiglio italiano per i rifugiati informa infatti di avere inviato una lettera sul caso al ministro Bonino già il 4 giugno, mentre si è atteso il 12 luglio per la revoca del provvedimento di espulsione. Gli altri punti da chiarire riguardano il trattamento riservato alla Shalabayeva dopo il suo prelevamento, se il suo rientro sia realmente avvenuto su un aereo kazako, se le è stata data la possibilità di chiedere la protezione dell’Italia.