A volte non mollano: l’ex ministro Visco vince il ricorso e rimane in cattedra alla Sapienza
Largo ai giovani? Non per Vincenzo Visco, vecchia conoscenza dei contribuenti italiani. L’ex ministro delle Finanze dei governi di centrosinistra, soprannominato Nosferatu per la sua propensione ad aumentare le imposte in ogni occasione, ha vinto il primo round con l’Università La Sapienza. L’ateneo romano aveva disposto il suo pensionamento dopo un’attività accademica iniziata nel 1969, ma Visco non ha gradito. A 71 anni, nonostante una carriera politica che gli ha procurato onori e prebende, l’economista non vuole saperne di lasciare la cattedra di Scienza delle finanze presso la facoltà di Giurisprudenza. Visto che il rettore Luigi Frati non ha ancora adottato «il provvedimento formale di collocazione a riposo», per il Tar vi sono i presupposti per bloccare il pensionamento. Il presidente della III sezione del Tribunale amministrativo del Lazio ha quindi bloccato il provvedimento, nell’attesa di discutere del caso in aula. Il 21 giugno il rettore gli aveva fatto pervenire una lettera di collocamento a riposo, visto che Visco ha maturato abbondantemente i requisiti per la pensione (44 anni di attività accademica), ma Visco, fuori dall’agone politico non ha apprezzato la decisione iniziando la sua battaglia in tribunale.
Il curriculum accademico di Visco a La Sapienza ha avuto inizio nel 2000. Visco insegnava all’università di Pisa e si trovò a partecipare (da ministro del Tesoro in carica) al concorso bandito per la cattedra vacante come unico concorrente. Una scelta che aveva insospettito l’allora governatore del Lazio, Francesco Storace: «Mi rifiuto di credere che alla vigilia di un’importante scadenza del nuovo rettore, ci possa essere stato un baratto, che sarebbe uno scandalo, oltre che un attentato all’autonomia dell’Università». Polemiche si erano registrate anche nel gennaio 2007 quando alcuni militanti di Azione Giovani lo avevano contestato dando vita a un volantinaggio di protesta sul suo doppio ruolo di esponente del governo e di professore: «La cattedra l’ha ottenuta con un concorso al quale solo lui ha partecipato e oggi, causa impegni di governo, spesso non è presente a lezione». Dallo staff di Visco avevano replicato che il corso era tenuto «a titolo gratuito»e che «le lezioni erano preparate la notte per evitare interferenze con l’attività di governo». Insomma, quasi un eroe. Che non vuole saperne di mollare la poltrona.