Volano i tassi e cresce lo spread: per il governo un’altra doccia fredda
Tassi in netto rialzo nell’asta Ctz del Tesoro, spread Btp-Bund in crescita a 305 punti base e Milano unica tra le Borse europee a chiudere in rosso e fallire il rimbalzo. E’ questo il remake di un film già visto in passato, con l’Italia che sconta più di tutti gli altri Paesi i timori degli investitori per il graduale ritiro delle misure di stimolo all’economia Usa da parte della Federal Reserve e lo spettro di una crisi di liquidità in Cina. Via XX Settembre ha venduto tutti i 3,5 miliardi di euro del nuovo Ctz a due anni ma il rendimento è volato ai massimi da settembre 2012 raggiungendo il 2,403% dall’1,113% dell’asta di maggio. Un aumento che in termini di costi per il pagamento degli interessi sul debito italiano significa nuovi oneri per lo Stato. Il Tesoro, comunque, ha anche assegnato Btp indicizzati all’inflazione con scadenza a 5 e 15 anni per un miliardo di euro e anche in questo caso i rendimenti sono saliti, rispettivamente al 2,91% dall’1,83% e al 3,75% dal 3,23%. Tuttavia resta ottimista il direttore generale del debito del Tesoro, Maria Cannata. «L’asta è andata bene», afferma da Londra, spiegando che è aumentato il numero degli investitori Usa sui titoli di Stato italiani nell’ultimo anno «e questo è un segnale di fiducia». Sottolinea anche che il rialzo dello spread «potrebbe essere temporaneo e dovuto ad un effetto sorpresa», che gli attuali tassi d’interesse restano «a livelli sostenibili» e «potrebbero ritornare» ai livelli antecedenti alle turbolenze innescate dalle dichiarazioni del presidente della Fed Ben Bernanke. Insomma alal vigilia dell’asta che dovrebbe collocare sul mercato tra i sei e gli otto miliardi di Bot la situazione è difficile ma ancora sotto controllo. Le attese sono anche su questa scadenza per un rialzo dei rendimenti anche su questa scadenza. Sul mercato azionario Milano non riesce a tenere il passo delle altre Borse Europee e chiude con un calo dello 0,37%, depressa soprattutto dai bancari: Bper (-6,56%), Bpm (-5,45%), Mediobanca (-4,97%), Mps (-3,8%), Banco Popolare (-2,8%), Unicredit (-1,18%). Gli altri listini del Vecchio Continente centrano invece il rimbalzo dopo che la Banca Centrale cinese ha ammorbidito la propria linea dichiarando che sosterrà gli istituti di credito nazionali a corto di liquidità con l’obiettivo di allentare la stretta sul credito in Cina e stabilizzare il mercato interbancario. Francoforte segna +1,55%, Parigi +1,51%, Londra +1,21% e Madrid +0,72%. Che le cose non vadano per il verso giusto lo ricorda il Financial Stability Board. L’organismo che coordina la regolamentazione della finanza mondiale si è detto scettico sui progressi compiuti finora «nonostante qualche miglioramento» e avvisa che alcuni settori del sistema finanziario mondiale restano esposti a rischi.