Turismo, cultura, artigianato e infrastrutture: così possiamo dare scacco matto alla crisi

6 Giu 2013 18:21 - di Giovanni Centrella

Dopo il crollo dell’occupazione, il declino dei consumi. Lo ha drammaticamente evidenziato Confcommercio attraverso il suo indicatore, l’Icc: in un anno il calo è stato del 3,9%. C’è da meravigliarsi? Certo che no. Così come abbiamo definito l’impennata della disoccupazione, che ha superato la soglia del 42 per cento, «una tragedia annunciata», anche qui di sorprendente c’è poco. La crisi del lavoro, la paura di perderlo e le tasse stanno depauperando i risparmi, deprimono la voglia di acquistare: -2,2 % la domanda relativa ai servizi, -4,6 per la spesa per i beni.

Il calo dei consumi secondo Confcommercio è determinato «dal deterioramento delle condizioni occupazionali e reddituali delle famiglie italiane». Non a caso l’Ugl continua a ripetere che servono più soldi in tasca al ceto medio-basso. E, un giorno ci daranno ragione anche su questo, serve anche un lavoro sicuro. Da segnalare inoltre l’allarme lanciato da Confindustria: negli ultimi quattro anni è andato distrutto il 15 per cento delle imprese. Il rischio secondo il presidente Giorgio Squinzi è di veder altri crolli se non si inverte la rotta, agendo su cinque leve: semplificazioni, fisco, liquidità attraverso il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione e l’accesso al credito, la detassazione degli investimenti per ricerca, innovazione e infrastrutture. Nel frattempo tutti hanno potuto assistere con preoccupazione alle ultime odissee industriali: Ilva, Thyssen, Indesit.

Come dobbiamo fare? Sicuramente non dobbiamo ripetere alcuni errori fatti in passato, cioè puntare solo e tutto sull’industria manifatturiera. Dobbiamo creare alternative che devono andare nella direzione di valorizzare le nostre vocazioni naturali: turismo, cultura, artigianato, agroalimentare. Cosa darebbero altri Paesi per avere questo immenso tesoro! E poi il fulcro: le infrastrutture. Abbiamo inspiegabilmente trascurato quelle esistenti, non ne abbiamo costruite di nuove, ben sapendo che rappresentano la leva fondamentale per lo sviluppo, per far funzionare le città, per mettere in comunicazione centro e periferia, Italia e resto del mondo. Sono convinto che, dopo averlo incontrato insieme agli altri sindacati, dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, avremo risposte concrete. Ma, non finirò mai di ripeterlo, dobbiamo condividere tutti lo stesso progetto, lo stesso obiettivo.

*Segretario generale Ugl

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