Toh, che caso. Nel pantheon del nuovo capogruppo grillino c’è solo sinistra: Dossetti, Berlinguer, Davigo…
Ovviamente Vito Crimi s’è perso di nuovo nel centro di Roma (dove, come farebbe notare Dalla, non si perde neanche un bambino), è arrivato in ritardo al Senato e per di più non ha neanche partecipato al voto. Per fortuna, dopo solo tre mesi, da oggi di lui si parlerà solo al passato, dopo aver lasciato tracce minime soltanto nei manuali di comicità involontaria e di seriosità paradossale. Ovviamente il blindatissimo gruppo grillino s’è sfilacciato come un galbanino al forno, al momento della votazione della nuova guida del Senato. Certo, fare peggio di Crimi non sarebbe stato facile per nessuno, eppure i Cinquestelle si sono contesi quella carica con la passionalità politica di un Mastella e un De Mita alle prese con una nomina in un’Asl sannita. Alla fine è stato eletto capogruppo un docente di filosofia, Nicola Morra, genovese come Grillo (che straordinaria coincidenza…) ma residente a Cosenza, uno che fino a ieri insegnava al liceo e che improvvisamente s’è ritrovato nell’aula di Palazzo Madama a fare lezioncine di morale alla casta. Qualche giorno fa, giusto per lanciare la propria candidatura con un adeguato preambolo di ortodossia grillina, il nuovo capogruppo al Senato aveva citato, a raffica, una serie di personaggi che fanno sempre un certo effetto quando non si ha molto da dire: Dossetti, il grande leader della sinistra Dc che ha ispirato le gesta politche (e che gesta…) di Amintore Fanfani, ma anche un evergreeen come Berlinguer, evidentemente ceduto in comodato dal Pd a chiunque voglia farsi bello alle spalle del Pci, fino a un bel magistrato milanese, Piercamillo Davigo, che a Berlusconi vivo torna sempre utile. Un Pantheon posizionato tra Botteghe Oscure e piazza del Gesù, lato sinistro, giusto per lasciare intendere in che direzione si muove il Movimento in disgregazione: quando tutto manca, c’è sempre un Pd da chiamare per un voto utile o un posto in una bella lista futura di cattocomunisti, un po’ filosofi marxisti, un po’ fanfaniani.
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