Si scrive Marino si legge Pisapia: se Roma svolta a sinistra fa la (brutta) fine di Milano

8 Giu 2013 11:31 - di Redattore 92

A Roma Marino & co. chiedono la svolta a sinistra, citando anche l’esempio di Giuliano Pisapia. Ieri il primo cittadino di Milano era sul palco di piazza Farnese a fare da supporter. Un testimonial meno convincente era impossibile trovarlo. Basta leggere le cronache: appena insediato sulla poltrona di sindaco, l’ex avvocato di Ocalan disse che non c’era bisogno di troppi uomini in uniforme per le strade di Milano. Frase che conquistò i ragazzi dei Centri sociali che l’hanno votato in massa, molto meno i commercianti del centro, che da due anni hanno registrato un boom di furti e di rapine. Da due anni, da quando c’è lui a Palazzo Marino, la città è più insicura e più degradata. Basta sentire cosa ha detto mercoledì sera lo stilista Giorgio Armani in occasione della festa organizzata (a Roma) dalla sua maison: «Milano è sporca, molto meglio Roma». Con buona pace di chi contesta Alemanno. Chi non è convito vada a leggersi cosa hanno scritto il Corriere della Sera e il Fatto quotidiano un paio di settimane fa, in occasione dei primi due anni della giunta arancione.

Ha scritto Giangiacomo Schiavi sul quotidiano via Solferino: «La sicurezza è uno dei problemi aperti in una città che dopo le promesse chiede i fatti, una questione riesplosa con i tre poveri incolpevoli morti di Niguarda, surriscaldata dal tam tam dell’opposizione che rimprovera alla giunta l’eccesso di tolleranza nei confronti di rom e ambulanti, il suk itinerante che staziona davanti ad ospedali, semafori e vie della moda». Quindi, se Roma sposa la linea Pisapia,  ci aspetta una Capitale più sporca (Armani dixit), più insicura (la cronaca parla da sola).  E più povera. In questo caso la bocciatura è  arrivata da un economista che sostiene la giunta arancione, Marco Vitale. Andate sul sito Reset, troverete articoli e lettere aperte che chiedono a Pisapia di dare un segno di vita. Dal sindaco milanese, finora, sono arrivate «solo lamentazioni per richiedere deroghe, aiuti finanziari e altre agevolazioni in funzione, beninteso, della miracolosa Expo 2015. L’approccio di chi governa la città è sempre più di puro stampo meridionale, piagnucoloso e mai creativo, propositivo, progettuale. E l’Expo ha sempre più la funzione consolatoria che Padre Pio ha avuto per il Sud». A questo punto, l’elettore romano è avvertito. Per dirla con Fabrizio Cicchitto, le ricette di Marino «le stiamo già sperimentando a Milano. Con lui sindaco  – paventa il deputato del Pdl –  Roma avrà più tasse, porte aperte all’illegalità e una visione estremista dei valori della vita e della famiglia. Questo i romani dovranno scongiurarlo».

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