La Boldrini e la Idem al Gay Pride di Palermo. Dove si “discrimina” alla rovescia: sconti solo agli omosessuali
“Subito pari diritti e contrasto all’omofobia”, è lo slogan del Gay Pride di quest’anno. Sul secondo punto siamo tutti d’accordo, ma il primo? Pari diritti vuol dire matrimonio gay, adozioni? Sarebbe il caso che il presidente della Camera, Laura Boldrini, prima di impegnare l’istituzione, così come il ministro Josefa Idem, che rappresenta il governo, chiarissero i termini della loro partecipazione – sbandierata sui media come atto politicamente correttissimo – alla settimana dell’orgoglio omosessuale che troverà nel corteo variopinto del 22 giugno la giornata clou. Quel giorno a Palermo un “corteo di carri colorati” – spiegano associazioni come Arcigay, Arcilesbica e Famiglie Arcobaleno – attraverserà la città “per vincere le battaglie sui diritti”, anche qui senza chiarire di cosa si parla: discriminazione e omofobia a parte – su cui tutti devono impegnarsi in una battaglia di civiltà – si parlerà di uniono civili o di altro? Il punto non è marginale, soprattutto in un quadro di governance bipartisan.
Misteri. Di sicuro la Idem e la Boldrini, il 14 giugno, saranno alla manifestazione partecipando a due convegni proprio sul tema dei diritti e della discriminazione, legittimamente, sia chiaro, ma resta la curiosità di scoprire con quali input politici o istituzionali lo faranno. Oggi l’intero stato maggiore della politica siciliana, dal sindaco Leoluca Orlando al presidente della Regione Rosario Crocetta, erano a Roma per promuovere la “settimana” che si svolgerà in parallelo, ma in forma “locale”, anche in altre città, tra cui Roma. A Palermo, però, per stessa ammissione degli organizzatori, la settimana dell’orgoglio omosessuale avrà anche motivazioni meno nobili, come ha spiegato nei giorni scorsi Confindustria Sicilia. Proprio le “potenzialità economiche” dell’evento hanno convinto decine di imprenditori ad aderire alle iniziative del Gay Pride assicurando il patrocinio e il loro sostegno. Confindustria, in collaborazione con Camera di commercio, Confartigianato e Confcommercio, ha addirittura lanciato un’iniziativa a vantaggio dei soli possessori della Pride Card, rilasciata da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Mit (Movimento italiano transessuali).
In pratica, se sei etero, paghi tutto a prezzo pieno, se sei gay, lesbo o trans, hai diritto allo sconto in un circuito di negozi, ristoranti, alberghi. Per un evento tutto incentrato sulla parità dei diritti e contro ogni forma di discriminazione, questa forma di “razzismo” economico alla rovescia suona come un clamoroso (e per nulla ironico) paradosso. Su cui la Idem e la Boldrini, prima di incassare gli appalusi di Palermo, farebbero bene a fare una riflessione.