Vertice Letta-Alfano sull’economia: più crescita, basta “lacrime e sangue”

25 Mag 2013 21:06 - di

Il paletto del rapporto deficit-Pil al 3% resta invalicabile, ma al suo interno si possono sfruttare i margini concessi dal patto di stabilità ai Paesi virtuosi; se tuttavia questa flessibilità non dovesse bastare per realizzare tutti i provvedimenti annunciati il governo dovrà decidere a quali misure dare la priorità. Fonti di governo riassumono così la linea tracciata durante il vertice convocato da Enrico Letta a Palazzo Chigi, per fare il punto con il vicepremier Angelino Alfano e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sulla situazione economica. L’incontro, durato circa un’ora e mezza, è servito per delineare una strategia in vista della probabile chiusura della procedura aperta da Bruxelles contro l’Italia per deficit eccessivo. Siamo in fiduciosa attesa, avrebbe detto il responsabile del Tesoro secondo le stesse fonti, facendo capire che nell’esecutivo resta alto l’ottimismo sull’archiviazione del dossier. Il ministro dell’Economia ha ribadito che l’Italia non può in alcun modo sforare il tetto fissato dal patto di stabilità. Sarebbe una scelta disastrosa, innanzitutto per la credibilità del Paese, ma con conseguenze molto concrete sui conti a cominciare dall’impatto sui tassi d’interessi sul debito pubblico. Ciò non significa rimanere ingessati. Le regole europee prevedono infatti margini di manovra in linea con i parametri europei. Quelli che Saccomanni vuole sfruttare. Ciò significa concordare con Bruxelles una traiettoria di discesa del disavanzo diversa da quella solitamente chiesta dalla Commissione Ue. L’Italia, anche l’anno prossimo, resterebbe cioé di poco sotto il 3%, al 2,9%, anziché scendere al 2,3-2,4%. E con quello 0,5-0,6% potrebbe finanziare i provvedimenti annunciati. La coperta, tuttavia, come dimostra la difficoltà ad intervenire su ristrutturazioni, Imu, Iva e Cig, resta sempre corta. E, se nelle pieghe del bilancio e nonostante i margini di flessibilità le risorse non dovessero bastare per varare tutte le misure messe in cantiere, il governo sarà costretto a fare una scelta. Dovremo stabilire delle priorità, ha chiarito Letta, secondo quanto viene riferito. Per quanto concerne il lavoro, la partita si giocherà soprattutto al vertice Ue di fine giugno. Letta ha illustrato il percorso in vista di quell’appuntamento, riferendo anche del lungo incontro avuto ieri sera con i ministri Giovannini (Lavoro) e Moavero (Affari Europei). Il premier ha poi illustrato le proposte con cui intende presentarsi al tavolo europeo: ed in particolare, oltre all’uso del fondo sociale e all’anticipazione del piano Ue per l’occupazione giovanile, la possibilità di scorporare dai bilanci le spese nazionali concordate con l’Ue per il rilancio dell’occupazione.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *