L’anatema del deputato francescano di Scelta civica: «Berlusconi vive nella lussuria, non può fare il politico»

17 Mag 2013 17:56 - di Redazione

«Berlusconi si dovrebbe ritirare subito per godersi la vita e i nipotini. Se continua fa male anche a se stesso. Mettiamoci una pietra sopra, non si può andare avanti così. E poi quando era al governo non ha fatto nulla e quel poco che ha fatto l’ha fatto male». Anche Mario Sberna, deputato “francescano” di Scelta Civica, ha conquistato il suo quarto d’ora di notorietà. A La Zanzara su Radio 24 ha sparato a zero contro il leader del Pdl.  Ma voi siete alleati di Berlusconi, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: «Io sono alleato con il Pdl e non è riducibile al solo Berlusconi. Siamo al governo insieme perché non c’era alternativa, è uno stato di necessità. Da quello che si sa – prosegue Sberna – la vita privata di Silvio Berlusconi non è da statista. È una persona che ha nella lussuria una delle sue attenzioni. La lussuria è incompatibile con la figura di un politico. Non può essere messo in piazza quello che uno fa a letto, sono cose che minano alle fondamenta». «In questi vent’anni – dice ancora il deputato montiano – ha ridotto il potenziale di questo Paese. Vorrei che lo capisse da solo che deve togliersi dalle scatole dopo tante sciocchezze. Berlusconi – dice Sberna – regala 2500 euro al mese alle olgettine, ma c’è gente che ha molto più bisogno. Queste ragazze bastava vederle in tv per capire che sono soldi sprecati e gridano vendetta nei confronti di tutti quelli che hanno bisogno. Se uno fa beneficenza la faccia bene».

Sberna, 52 anni di Brescia, sposato con cinque figli, va in giro in sandali e sostiene di vivere in povertà. In una recente intervista si è vantato di essere «ospite dalle suore Pie Operaie a Roma. È una congregazione che ha la casa madre a Brescia, la mia città. Sono amiche. Volevano ospitarmi gratis, io ho insistito per 18/20 euro al giorno».  Della sua diaria di parlamentare, Sberna ha spiegato di trattenere solo 2500 euro al mese. Il resto (quasi tutto) va invece a una cooperativa sociale della quale è presidente.

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