La lunga scia di violenza sulle donne va fermata: pronta una “task force” di 6 ministeri

4 Mag 2013 21:09 - di Redazione

Una “task force” che coinvolga almeno 6 ministeri, tutti attorno a un tavolo per trovare il modo migliore di mettere un freno a un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che ormai è diventato dilagante. È l’idea lanciata dal ministro per le Pari Opportunità, Josefa Idem, che di fronte all’ennesimo omicidio  chiede di intervenire con più forza. «Centoventisette femminicidi nel 2012, 25 dall’inizio dell’anno. È inaccettabile», denuncia il neoministro, che non vuole essere lasciata sola, a combattere a mani nude contro quella che può essere considerata una vera e propria strage. Fonti a lei vicine spiegano che non è più sufficiente una politica portata avanti solo dalle Pari opportunità, serve uno sforzo comune. E che includa, dunque, anche la Giustizia, l’Interno, la Salute, l’Istruzione, il Lavoro. «Voglio lavorare insieme a loro», afferma con sicurezza. La prima risposta è già arrivata, dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che ha subito definito l’idea della collega Idem «una proposta molto interessante, un’idea ottima» e ha sottolineato la necessità di «impegnarsi con grande slancio per combattere questo genere di reati particolarmente odiosi», contro i quali «bisogna reagire immediatamente». Per questo «parlerò subito» con il ministro Idem «per cominciare a lavorare», ha sottolineato la titolare del Viminale. «Mi sono battuta da sempre per la difesa dei diritti delle donne, è necessario affrontare il problema in maniera interdisciplinare», fa sapere il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Il problema della violenza sulle donne – aggiunge – riguarda l’intera società civile. È fondamentale mettere a segno delle giuste e adeguate politiche contro la cultura dell’odio, ben venga se fatte in gruppo». Si attendono le adesioni degli altri ministri. Operativamente, per Idem «la prima cosa da fare è conoscere il fenomeno a fondo: vogliamo istituire un osservatorio nazionale che studi la violenza di genere». Perché il primo impedimento è proprio la mancanza di dati. E per assicurare una maggiore efficacia, il ministro vuole coinvolgere anche le associazioni, che la prossima settimana saranno convocate al Ministero: lavorando sul campo, è il ragionamento, sono in grado di suggerire gli strumenti e le pratiche migliori. Entusiasta la presidente di Telefono Rosa, Gabriella Moscatelli: «La task force interministeriale è un’idea ottima e necessaria» perché il momento è grave e serve l’apporto di tutti. L’associazione che da anni si occupa di aiuto alle donne che subiscono violenza annuncia che, nell’incontro con il ministro, chiederà innanzitutto l’approvazione in Parlamento della ratifica del protocollo di Istanbul. Poi, l’aumento delle case di accoglienza e dei centri di aiuto e ascolto, sia per le donne che per gli uomini. Ancora, bisogna occuparsi dei minori che assistono alle violenze in famiglia e, infine, chiedere una giustizia più rapida: quando si chiedono provvedimenti di allontanamento del violento, devono essere esaminati immediatamente e deve essere dato ascolto alle esigenze di chi li chiede.

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