“Se nun c’hai i soldi pe’ fa’ benzina vai a piedi…”, lo scivolone di Alfio Marchini sui benzinai romani

5 Apr 2013 19:07 - di Antonio Pannullo

Ha detto al Fatto quotidiano che avrebbe desiderato spostare il Campidoglio a Corviale, e va bene. Ma quello che ha raccontato a Servizio pubblico proprio se lo poteva risparmiare. È stata la prova provata che Alfio Marchini, candidato sindaco, non conosce per niente né Roma né i romani. L’ingegnere avrebbe assistito a una scena singolare: dal benzinaio, un signore distinto mette 10 euro di benzina, e già è strano perché ormai 10 euro li mettono solo i ragazzi col motorino. Comunque, al momento di pagare, il distinto signore aveva solo otto euro e 50, perché la crisi aveva messo a terra anche lui, come tanti altri. Allora questo benzinaio ha detto «niente paura» tirando fuori una lavagnetta dove ha scritto il tizio deve euro 1,50. E su questa lavagnetta c’erano altri insoluti, chi di un euro, chi di due, e così via. Ora, sono decenni che facciamo benzina a Roma in ogni quartiere, e non ci è mai capitato di trovare non solo un benzinaio così comprensivo, ma soprattutto qualcuno che lascia il buffo di uno o due euro. La vicenda è assolutamente inverosimile, perché un benzinaio che si rispetti ti invita a prendere l’autobus se non hai i soldi per fare benzina. E non si sognerebbe mai di avere una lavagnetta per segnare queste micro-cifre. Puà capitare che uno abbia dimenticato i soldi a casa  e allora “segna” per poi portarli poco dopo, ma dare quest’immagine di una Roma impoverita, prostrata, da dopoguerra, francamente non vuol dire né amare Roma e i romani né fare una rappresentazione lusinghiera della città. Marchini forse voleva rendere palese la gravità della situazione economica, anche a Roma, con un’iperbole, ma la scelta è stata sbagliata, perché il benzinaio romano avrebbe detto a quel distinto signore: «A dotto’, si nun c’hai i soldi pe’ fa’ benzina, pijate i mezzi!», altro che lavagnetta…

Marchini si candida a sindaco di Roma con una lista di sua creazione, il Movimento della Cittadinanza Romana. Di famiglia comunista, con nonno partigiano e tutto il resto, ha annunciato la sua candidatura al Campidoglio durante un’intervista con Lucia Annunziata. Ha ammesso che la sua storia è tuttora legata al Pd, anche se oggi lo accusa di correntismo, e che non gli è antipatico il Movimento Cinque Stelle. Alle primarie del partito democratico non ha partecipato o non l’hanno voluto e così corre da solo. Ha detto di aver vissuto negli ultimi anni molto tempo all’estero e di voler recuperare questo gap immergendosi dentro Roma. Come sindaco. E la campagna elettorale l’ha cominciata maluccio.

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