Russo (Confcommercio): «La serrata? Inevitabile. Il sindaco è arrogante e ha distrutto l’economia cittadina»

10 Apr 2013 14:24 - di Alessandro Sansoni

L’ultima volta fu trent’anni fa. I commercianti di Napoli abbassarono le saracinesche per manifestare la loro volontà di combattere il fenomeno del racket, divenuto asfissiante. Paradossalmente, oggi, è contro un sindaco che si è auto-eretto a paladino della legalità che i negozianti partenopei hanno organizzato la serrata dei propri esercizi, dando vita nel corso della mattinata ad un corteo, conclusosi sotto Palazzo San Giacomo, a cui hanno partecipato oltre 6000 cittadini. Pietro Russo, presidente della Confcommercio di Napoli e provincia è l’artefice di questa eccezionale mobilitazione.

Presidente, il sindaco De Magistris è riuscito a compattare i commercianti, una delle categorie più disunite della città?

È vero. In generale noi meridionali siamo individualisti e dobbiamo maturare, da questo punto di vista, per far valere meglio le nostre rivendicazioni. Questa manifestazione così imponente è un segno di crescita. Anche perché in piazza non c’era solo Confcommercio, ma anche altre organizzazioni del settore e tanti professionisti, esponenti della società civile, cittadini comuni. Ci tengo, inoltre, a precisare che la politica non ha avuto alcun ruolo in questa manifestazione. La verità è che siamo stati costretti a mobilitarci per colpa dell’arroganza dell’amministrazione De Magistris, che quanto prima deve cambiare metodo.

In che senso?

Non è possibile continuare con questo atteggiamento unilatelare. Le ordinanze del sindaco sono sistematicamente calate dall’alto, senza alcun tipo di confronto con gli attori sociali e la cittadinanza. Noi come organizzazione, rispetto al Comune, abbiamo una funzione consultiva, fondamentale per il buon funzionamento della cosa pubblica.

Ma De Magistris non aveva trionfato all’elezioni agitando lo slogan della “democrazia partecipata”?

Si e lo ha completamente disatteso, sarà la poltrona che causa questi repentini mutamenti di idee.

Quali sono le vostre rivendicazioni allora? 

Ripeto, innanzitutto bisogna cambiare metodo. Noi desideriamo essere ricevuti ed ascoltati dal Sindaco che per la sua funzione ha il dovere di farlo. Poi c’è il problema della Ztl. Nessuno pensa che essa abbia distrutto l’economia cittadina, ma sicuramente ha aggravato la situazione. Siamo esasperati, altrimenti non sarebbe stato possibile dopo trent’anni dare vita ad una simile iniziativa. Inizialmente, noi pensavamo che De Magistris potesse portare una positiva ventata di novità dopo anni di cattiva amministrazione. Così non è stato. Abbiamo più volte chiesto di poter ridiscutere insieme i criteri con cui era stata predisposta la Zona a Traffico Limitato, contro cui non abbiamo alcun pregiudizio, ma è stato tutto inutile. Il sindaco si sottrae al confronto e non vuole accogliere proposte migliorative. Nel frattempo in città è il caos e il commercio risente gravemente di un dispositivo concepito male. Comprendiamo benissimo che non è possibile adesso alla vigilia dell’America’s Cup, ma subito dopo è necessaria la sospensione della Ztl.

Al termine della manifestazione a Piazza Municipio ci sono stati dei disordini. Sono stati lanciati dei petardi e la polizia ha reagito. Non ha trovato singolare che, in una città dove ogni giorno liste di sedicenti disoccupati manifestano ogni giorno, creando spesso seri disordini, proprio in occasione di una mobilitazione di cittadini, commercianti e professionisti, le forze dell’ordine fossero in assetto antisommossa?

Penso che le forze dell’ordine sappiano fare bene il loro lavoro. I disordini sono avvenuti dopo lo scioglimento del corteo, causati da facinorosi infiltrati. Ho inviato, a tal proposito, al Prefetto ed al Questore una lettera di ringraziamento per il loro operato.

 

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