Renzi non può fare il grande elettore e fa il siluratore. E Prodi diventa spina nel fianco per il Pd
Avrà pure la faccia da bambinone e la camminata da “buono”, ma come rompiballe non lo batte nessuno, soprattutto se stuzzicato troppo. Matteo Renzi continua il braccio di ferro con il segretario democratico, che nei giorni aveva giudicato «indecenti» le sue posizioni. Oggi l’attacco del sindaco di Firenze all’etablishment passa per la bocciatura delle due candidature al Colle “sfornate” da palazzo del Nazareno. No a Franco Marini, scrive in una lettera a Repubblica, no anche ad Anna Finocchiaro, che però non compare nell’epistola indirizzata a Ezio Mauro. Sul primo, «un signore appena bocciato dai cittadini d’Abruzzo», dice che non basta la fede per aver le carte giuste, anzi – aggiunge – questo “spingere” da più parti per un capo dello Stato cattolico è una strumentalizzazione. «Non mi interessa che il prossimo presidente sia cattolico. Per me può essere cristiano, ebreo, buddista, musulmano, agnostico, ateo. Mi interessa che rappresenti l’Italia. Che sappia parlare all’estero».
E l’ex presidente del Senato, che non dispiacerebbe al Pdl sempre che non sia l’unico nome imposto, non ha le physique du role. Della grintosa presidente dei senatori, invece, ricorda l’immagine della scorta che la accompagna a fare la spesa all’Ikea, «non va bene come messaggio anticasta». Nomi alternativi non ne fa, di se stesso dice solo che gli piacerebbe sfidare Berlusconi a Palazzo Chigi (per mandarlo in pensione). C’è da scommettere che le pagelle di Renzi influiranno nel dibattito aspro dentro il Pd a tre giorni dalle prime votazioni per il successore di Napolitano, anche se lui sottolinea in un post su facebook di non fare parte del gruppo dirigente.
Un’altra spina nel fianco di Bersani è l’ipotetica candidatura di Prodi (smentita dallo stesso interessato con un laconico “io preferisco stare a guardare”) che è stato bocciata da Berlusconi dal palco di Bari. A sorpresa, però, i bookmaker inglesi che hanno avviato il”toto-presidente italiano danno in pole position Romano Prodi, la cui elezione è data a 1.70. A seguire Franco Marini, a 4.00, ed Emma Bonino a 5.00. Testa a testa tra Mario Monti e Massimo D’Alema, entrambi dati a 15.00. Piero Grasso, Franco Frattini e Mario Draghi sono tutti offerti a 20 volte la posta. Silvio Berlusconi vale 25,00. Chiudono il tabellone sono Paola Severino a 35.00, Anna Finocchiaro e Rosy Bindi, entrambe a 50.00 come Pierluigi Castagnetti e Lamberto Dini. Intanto in queste ore è partito sulla rete il secondo turno delle “Quirinarie” 5 stelle.