Pd, Pdl e Scelta civica pronti a votare Marini. Renzi: io non ci sto

17 Apr 2013 20:50 - di Redazione

A poche ore dall’ingresso nell’Aula di Montecitorio dei 1.007 grandi elettori che dovranno scegliere il nome di colui che guiderà dal Colle il Paese nel prossimo settennato, la trattativa che va avanti sotto traccia da giorni, si fa frenetica. I contatti tra Berlusconi e Bersani si susseguono e dalla rosa dei nomi proposta dal Pd il Cavaliere sceglie Franco Marini, il nome più accreditato nelle ultime ore. No a Massimo D’Alema dunque e no anche a Giuliano Amato, candidature che non resistono al gioco dei veti incrociati. Beppe Grillo, tagliato fuori dalle trattative, urla dal suo blog contro l’inciucio, incassa il no di Milena Gabanelli e rilancia con Stefano Rodotà: sarà lui, annuncia, il nostro candidato. E le truppe ‘grilline’ lanciano la campagna elettorale con un ‘mail bombing’ ai parlamentari Pd: ‘Votate Rodota’, votate Rodota”, scrivono. E sperano. “Se questa è la prova generale di un governissimo non ci sto”, si impunta a metà pomeriggio Nichi Vendola, che invita Bersani a “riflettere su Rodotà”. Le sue truppe tra i grandi elettori sono esigue, ma non sta fermo a guardare, il leader di Sel. Così come si muove Pier Ferdinando Casini, che riunisce in un albergo gli Udc, provocando una sommossa nei compagni d’avventura di Scelta civica, disponibili a convergere su Marini. Ai gruppi Pd e Pdl, riuniti all’ora di cena, l’ultima parola su Marini. E Matteo Renzi, che già aveva criticato nei giorni scorsi l’ipotesi Marini, annuncia: “Non lo votiamo, non siamo franchi tiratori ma ci opponiamo a questa scelta”. Ma Bersani replica: “Ora spieghiamo tutto, sarà una bella sorpresa. La discussione sul presidente della Repubblica è separata dal governo”. Contemporaneamente Silvio Berlusconi entrando alla riunione dei gruppi parlamentari del Pdl a chi gli chiede se Marini è il nome giusto risponde facendo sì con la testa. È cosa fatta? Pare di sì, anche se Berlusconi avverte: non è detto che ce la faccia al primo turno. E ai suoi raccomanda: “Votate compatti, così domani pomeriggio posso andare ad Udine (dove è in programma un comizio per le regionali) per contribuire ad una nuova vittoria”. Bersani intanto dice che serve un’assunzione di responsabilità ma deve subire una contestazione da parte di elettori del Pd che protestano in piazza Capranica a Roma chiedendo al partito di votare per Rodotà. E domani alle 10 comincia il rito delle votazioni.

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