Non ci sono solo le imprese: senza fondi per gli ammortizzatori si rischia la tenuta sociale

11 Apr 2013 18:37 - di Giovanni Centrella

La battaglia sui debiti dello Stato portata avanti dalle grandi, medie e piccole imprese è condivisibile. In tempi di crisi e di asfissia da insufficienza di credito, il nostro sistema economico potrebbe trarre giovamento da una buona dose di energia per rimettersi in moto, portando benefici anche al lavoro e ai lavoratori. Sicuri che il decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione varato poco meno di una settimana fa dal governo andrebbe in questa direzione? Non proprio, né da un punto di vista sindacale e, sembrerebbe, neanche dal punto di vista dei “datori di lavoro”, che in merito si sono espressi non in maniera compatta. Le grandi imprese e le banche sembrerebbero aver apprezzato anche se con positiva cautela. Molto severo invece è stato il giudizio di Rete Imprese, che considera il suo mondo, quello delle medie e piccole, un universo che sta soffrendo enormemente, escluso dai benefici del provvedimento. Sulla stessa lunghezza d’onda, a livello politico, il Pdl secondo cui occorre «una riscrittura totale del testo», anche con uno sforamento del tetto di 40 miliardi posto dal governo per il 2013 e 2014, a fronte di un debito complessivo pari a circa 90. Il provvedimento è già stato inviato a Bruxelles e alla Commissione Speciale istituita alla Camera, che si è messa in moto per effettuare subito un’analisi approfondita, tanto che già sono partite le convocazioni per le audizioni.

Uno dei punti critici del provvedimento potrebbe riguardare gli Enti territoriali e le Regioni che molti sforzi già hanno fatto per rispettare i Piani di rientro, effettuando profondi tagli al fine di risanare i loro debiti che sono stati “pagati” anche dai cittadini, dai lavoratori, dai pensionati e dalle famiglie. Oltre a questo problema, riteniamo doveroso da parte dello Stato dare altre risposte altrettanto urgenti: ad esempio al finanziamento degli ammortizzatori sociali, senza i quali nella seconda metà del 2013 l’Italia rischia moltissimo in termini di tenuta sociale ed economica. Per tutte queste ragioni e non solo riteniamo che  la parola in audizione spetti anche al sindacato: ecco perché l’Ugl ha chiesto ufficialmente al Presidente della Commissione Speciale di convocare tutte le Organizzazioni dei lavoratori.

*Segretario Generale Ugl

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