Napolitano: il lavoro dei saggi è finito. La parola passa ai partiti e al mio successore

12 Apr 2013 13:50 - di Redazione

Napolitano ha concluso il lavoro dei saggi da lui nominati, che hanno consegnato le loro relazioni al Quirinale, e ha detto che ora la parola passa al suo successore e ai partiti. Da loro dipenderà la nascita di un nuovo governo fondato sulla collaborazione tra le forze politiche. “Dai due cicli di consultazioni da me tenuti, senza perdere nemmeno un giorno dopo l’insediamento delle nuove Camere – ha detto il capo dello Stato – è risultato chiaramente che solo da scelte di collaborazione che spetta alle forze politiche compiere, segnandone i termini ed i confini, può scaturire la formazione del nuovo governo di cui c’è urgente bisogno”. Il presidente Napolitano ha aggiunto quindi che la formazione di un nuovo governo “non poteva dunque nascere per impulso del presidente della Repubblica uscente ripercorrendo un sentiero analogo a quello battuto con successo nel novembre 2011. La parola e le decisioni – ha concluso Giorgio Napolitano – toccano alle forze politiche, e starà al mio successore trarne le conclusioni”.

Sul lavoro svolto dai saggi ha piegato che “nelle premesse alle due relazioni si richiama con assoluta correttezza il senso e il limite del compito da assolvere, con la giusta attenzione a non interferire né con l’attività del Parlamento né con le decisioni che spettano alle forze politiche”. E ha quindi spiegato che “le relazioni che mi sono state presentate questa mattina faranno parte delle mie consegne al nuovo presidente della Repubblica, oltre che essere oggetto, in questi giorni, della mia riflessione”. Ha infine difeso il lavoro delle commissioni da lui insediate e si è augurato che ne venga riconosciuta la bontà al di là dei dubbi e delle riserve espresse.

Nelle relazioni presentate dai saggi si parla di economia e riforme. In merito alla legge elettorale viene proposto un nuovo sistema che “potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario) un alto sbarramento, un ragionevole premio di governabilità”. Il documento invita anche ad abolire le circoscrizioni estere. Ancora, per i saggi, la governabilità sicura si ha solamente con una sola Camera, mentre il Senato deve rappresentare le autonomie regionali. “Nessun sistema elettorale garantisce automaticamente” la maggioranza in entrambi rami del parlamento. “Diverse sarebbero le prospettive della stabilità se si attribuisse l’indirizzo politico a una sola Camera”. Si giudica poi ineliminabile il finanziamento ai partiti per evitare che le ricchezze private possano condizionare la vita politica. Infine viene auspicata una legge sul conflitto di interessi ma non mossa da “spirito di parte” e si auspica che le decisioni sull’ineleggibilità vengano affidate a un giudice indipendente togliendo questo ruolo al Parlamento.

 

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