I cinesi puntano su un’eccellenza del made in Italy: il Chianti
Li aspettavano da tempo, ora i cinesi sono arrivati anche nel Chianti Classico. E non come clienti di pregiato vino in bottiglia. Ma come compratori. Per la prima volta è stato perfezionato l’acquisto di un’azienda agricola del Gallo Nero da parte di un imprenditore cinese. E’ di Hong Kong, vive in Canada e ha interessi in Francia e Italia. Mentre una seconda trattativa – con cinesi ‘di Prato’ come acquirenti – si starebbe perfezionando in questi giorni sul versante della Val di Pesa. L’imprenditore di Hong Kong ha comprato a Greve, piccola capitale del Gallo Nero tra Firenze e Siena, un’azienda di piccole dimensioni, Casa Nova, con otto ettari di vigneto, un ettaro di oliveto, due gruppi colonici adeguati ad agriturismo. Il venditore è italiano. ‘Top secret’ il prezzo concordato, così come il nome del ‘misterioso’ acquirente. Per lui ha agito uno staff di professionisti – avvocati, commercialista, geometra, enologo, periti agronomo – che hanno studiato pratiche e carte, vincoli urbanistici e paesaggistici compresi, e che non è passato inosservato a Greve. Il settore di partenza è la farmaceutica, ma da qualche tempo l’imprenditore avrebbe deciso di testare le sue capacità affrontando il mondo del vino.
“Eravamo a conoscenza della trattativa ed ora assistiamo all’epilogo – ha commentato il sindaco di Greve Alberto Bencistà – Il Chianti è abituato ad accogliere imprenditori stranieri nel vino. Si iniziò con gli inglesi, poi arrivarono tedeschi ed americani, tempo fa i primi russi. Bene che ci siano anche imprenditori orientali. Abbiamo sempre dialogato con tutti. Ricordo la solita raccomandazione: massimo rispetto per il paesaggio, l’ambiente e la cultura chiantigiana, un patrimonio sempre da tutelare”. Più sorpresa fra gli oltre 600 soci produttori aderenti al consorzio di tutela del marchio Chianti Classico Gallo Nero, dove due terzi sono stranieri occidentali e pochissimi sono rimasti i toscani. “Questo nuovo ingresso nel territorio è una buona notizia – ha commentato il direttore del Consorzio Chianti Classico, Giuseppe Liberatore – una novità che conosciamo solo oggi e che apre importanti prospettive visto quanto stiamo già predisponendo per affrontare il mercato orientale verso cui ci stiamo per volgere con un progetto di medio periodo, tre anni, presentato all’ultimo Vinitaly”.