Gli appelli a proseguire sul sentiero tracciato da Monti? Da rispedire al mittente

10 Apr 2013 20:18 - di Girolamo Fragalà

Meglio la vecchia politica che la politica vecchia. E le recite a soggetto del governo tecnico, in questa coda fin troppo prolungata della vita politica dei professori, lo dimostrano. Inconcludenti, ridicole, lontane anni luce dalla realtà, alla specchio, specchio delle mie brame chi è il più bello del reame. Perché – a un passo dal momento cruciale dell’addio – Monti ha pronunciato ancora una volta il “tutto sono io” e i montiani si sono gettati a capofitto nel ridicolo coro del “quanto è bravo lui”.  Sono tutti soddisfatti, come se non fosse accaduto nulla e come se gli italiani non li avessero bocciati in modo tanto solenne quanto umiliante. Il fingere di non capire è politica che più vecchia non si può, così come lo è il goffo tentativo di vantarsi e dire che se siamo nei guai è colpa di Berlusconi. Un film già visto. Anzi, una pellicola di serie b che non riesce neppure a fare cassetta. Monti si erge a dare istruzioni per l’uso, in proiezione futura. Si raccomanda: «No a tatticismi e a ricette populiste così diffuse in molte varianti». E aggiunge: «Oggi siamo in una crisi che prima veniva negata». Anche qui è tattica difensiva, un catenaccio alla Nereo Rocco, e non c’è buona fede, perché il Prof sa benissimo che nell’ultimo anno e mezzo la situazione è precipitata proprio per l’azione depressiva del suo governo, per la pioggia di tasse, per l’Imu e la benzina. Un’azione, quella dei tecnici, che ha ammazzato i consuni e ha causato un buco di 21 miliardi in termini di minori entrate, che dovrà essere risanato dal prossimo governo. E c’è ancora chi – come Benedetto Della Vedova, che sgomita per essere più montiano di Monti –  invita il mondo politico a «continuare sul sentiero tracciato da Monti». Gli manca un particolare: il 90 per cento degli italiani, nelle urne, ha detto chiaro e tondo che quel sentiero non va percorso. Ma i sopravvissuti del centro continuano a cullarsi nel sogno del commissariamento della politica. O in quello della politica vecchia. In cui si trovano perfettamente a loro agio.

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