E ora che facciamo? Tra i montiani volano gli stracci: siamo passati dal potere all’irrilevanza
Dal cinismo della Scelta a una rissa poco civica. Montiani contro montiani, alla Kramer contro Kramer. Dopo lo choc elettorale, il silenzio, l’imbarazzo, i primi malumori, lo scaricabarile. E soprattutto la consapevolezza di essere passati dal potere all’irrilevanza politica. Spunta la necessità di trovare una sponda, magari indirizzandosi verso il centrodestra dopo che Bersani ha gettato la maschera, ma ci sono le resistenze, i rancori personali. Brucia ancora l’intervista di Casini al Corriere della Sera, nella quale ammetteva che la scelta di Monti si era rivelata un errore. Indigesto, per molti, il comportamento degli ex diccì sulla questione del Quirinale, con la riunione semi-segreta in un albergo romano, una specie di pecorso parallelo che dava la sensazione del divorzio non consensuale. Da qui la delusione del tecnopremier e l’annuncio di rinunciare alla leadership attiva del partito. Infine, la lettera allarmata di trenta parlamentari di Scelta civica allo stesso Monti per esaminare il futuro del progetto politico e questioni come tesseramento, struttura organizzativa, rapporto con la base, mancanza di dialogo interno. Ma soprattutto per denunciare il rischio di un ritorno egemonico di Casini. A Monti si chiede la convocazione urgente di una riunione plenaria. Ma non è finita qui, la replica è arrivata subito: «Seguiamo con interesse il dibattito all’interno di Scelta Civica ma non siamo disponibili a essere parafulmine per questioni che non ci riguardano», ha affermato Lorenzo Cesa. «Abbiamo preso l’impegno di aderire ai gruppi parlamentari di Monti e da persone leali lo manterremo. Per il resto ognuno si assuma le sue responsabilità senza scaricarle sugli altri». A dirla con Giovanni Verga, suocera e nuora nella stessa casa sono come due mule selvatiche nella stessa stalla.