Alfano: «Governo di legislatura o meglio votare». Al primo punto del programma, via Imu ed Equitalia

22 Apr 2013 9:48 - di Redazione

Un governo Pd-Pdl? «Dipende dal programma. Il nostro obiettivo è un esecutivo forte. Il lavoro dei saggi ha luci ed ombre, comunque non è il Vangelo». In un’intervista a Il Messaggero Angelino Alfano mette i paletti sulla formazione del nuovo governo. Con la soddisfazione di chi ha vinto la delicatissima partita del Colle, il segretario del Pdl mette i paletti sul prossimo, fondamentale, passaggio: la formazione del nuovo governo. «È apparso chiarissimo che Berlusconi si è comportato come uno statista vero. Noi non cambiamo indirizzo: o si riesce a fare un governo forte oppure meglio le elezioni». E a Carlo Fusi, che gli chiede se per “governo forte”, intenda «governo politico, di legislatura», Alfano risponde così: «Esattamente. Un governo che per i numeri e la rappresentatività della sua composizione possa fare le riforme necessarie. Francamente, con i tecnici noi abbiamo già dato». Mentre si sottrae al totonomi sul premier (Giuliano Amato ed Enrico Letta sono i nomi più gettonati dai retroscenisti dei quotidiani), Alfano si dice scettico sul lavoro dei saggi perché il programma «non può essere dato in outsourcing», in appalto. «È buona cosa che lo scriva il presidente del Consiglio di concerto con le forze politiche della maggioranza». Quindi esecutivo di larghe intese? «Tutto dipenderà dal programma», che deve contenere misure immediate per «il taglio dei costi della politica» e per «il rilancio dell’economia». In particolare, le priorità del Pdl «sono il rimborso dell’Imu e l’eliminazione per il futuro».

La bussola del programma, come emerge dalle dichiarazioni di altri esponenti del centrodestra, da Daniele Capezzone a Renato Schifani, sarà incentrata sulle misure economiche: oltre all’Imu, la revisione di Equitalia e la detassazione delle nuove assunzioni. Secondo Repubblica una certezza c’è: Silvio Berlusconi non ripartirà dal governo dei tecnici. «Non gli è piaciuta affatto l’uscita del ministro dell’Economia Vittorio Grilli – scrive Carmelo Lopapa –  che sabato da Washington ha sostenuto come “l’agenda Monti è quella giusta, dalla quale ripartire”. Proprio no, secondo l’ex premier, andrà cancellata». Perché la vera priorità è dimenticare Monti. Prima possibile.

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