Squinzi: «Serve un governo bipartisan per la crisi, Grillo e il Pd l’hanno dimenticato»

7 Mar 2013 10:11 - di Antonella Ambrosioni

«Non possiamo permetterci di anteporre tattiche e impuntature personali alla necessità di un governo subito». È il numero uno di Confindustria, Sergio Squinzi, a parlare. Non pronuncia la parola “irresponsabili”, ma il senso è questo. Grillo e il Pd che lo insegue, stanno scherzando col fuoco. «La politica sembra aver dimenticato che la priorità assoluta per l’Italia è l’economia», argomenta in un’intervista allarmata su Messaggero e Mattino , dove spiega anche che bisogna far presto a decidere qualcosa, «perché i margini per inervenire si stanno riducendo e temo che alla fine sarà difficile agganciare la ripresa». Facile capire il riferimento a chi oggi ha il pallino del gioco. Causa la non decisione del Pd, che si balocca tra piano A e piano B di Bersani all’inseguimento dell’incognita impazzita dei grillini, e l’esclusione di qualsiasi accordo con il Pdl, che pure ha messo la governabilità del Paese al primo posto, «la ripresa d’autunno» potremmo anche scordarcela. Non lo dice espressamente ma gli otto punti del programma di Bersani non servono a molto. «Tagli alla politica, legge sul conflitto d’interessi, un’altra legge contro la corruzione, tutte cose importanti, anche necessarie, ma in questo momento la priorità è un’altra: l’economia», dice il presidente degli industriali italiani intervistato dal Messaggero e Mattino. «La politica sembra averla dimenticata, ma non possiamo permetterci di anteporre tattiche e impuntature personali alla necessità di un governo subito». Squinzi usa, questa volta, un termine adoperato ieri dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, quando allerta che «di questo passo andremo a sbattere prima di quanto pensiamo. Ci stiamo autoescludendo dall’Europa». Tra l’altro Squinzi guarda anche con orrore all’ipotesi finora più accreditata, ossia il ricorso a nuove elezioni. «L’Italia non può permettersi il lusso di buttare via sei-otto mesi, ovvero il tempo che ci vorrebbe per tornare alle urne. E c’è una ragione molto semplice», spiega, calendario alla mano: «Noi sappiamo che il primo semestre del 2013 sarà ancora molto duro, ma poi tutti gli indicatori ci lasciano presagire un ritorno seppur graduale alla crescita». Quindi questa melina in cui il Pd, unitamente a Grillo ci stanno portando, ci porterà alla rovina spiega. «Non possiamo perdere questa opportunità nel momento più difficile degli ultimi cinquant’anni. C’é bisogno al più presto di un governo che metta a punto i provvedimenti necessari per creare nuovi posti di lavoro». Ancora: «Siamo al centro di una tempesta perfetta e siamo tutti sulla stessa barca, perciò dovremmo cominciare a remare tutti nella stessa direzione». E per farlo, il dialogo con Grillo va cercato, ma nella formazione dell’ esecutivo, aggiunge il numero uno di Confindustria, «anche il Pdl potrebbe avere un qualche ruolo, al di là dei toni duri che ancora prevalgono: è il solo modo per avere un governo che possa intervenire da subito sulle cose che contano davvero»

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