Berlusconi: «Se scelgono anche il Capo dello Stato, daremo battaglia ovunque»

18 Mar 2013 14:48 - di Redazione

«Se la sinistra sceglierà anche il Presidente della Repubblica, allora daremo battaglia nelle piazze e nel Parlamento». Silvio Berlusconi parlando nella riunione con i gruppi parlamentari è chiarissimo. «Io sono pronto come venti anni fa», aggiunge, «a non dare il Paese che amo a questi signori della sinistra». Con Bersani probabilmente incaricato di formare un governo e due Camere alla sinistra, prosegue, «abbiamo suggerito che il  Capo dello Stato potesse essere espressione dei moderati.  Bersani, di contro, ha respinto questa ragionevolissima proposta come fosse uno scambio indecente anche se la nostra coalizione ha preso il 30% dei voti». Domani nel primo pomeriggio il gruppo del Pdl alla Camera dovrebbe eleggere il proprio presidente. Per ora nessuna votazione ma è certo l’ endorsement per Renato Brunetta come capogruppo alla Camera. Sarà lui, ha detto Berlusconi, «a continuare così l’opera di Fabrizio Cicchitto». Un intervento battagliero, soprattutto dopo il rifiuto di Bersani all’ipotesi di un governo Pd-Pdl in nome del valore della governabilità, a cui Berlusconi e il segretario Alfano hanno fatto da sempre riferimento. «Questo governo non avrà vita facile», dice, «e dal Paese uscirà presto la necessità di un cambiamento e noi dobbiamo essere lì, pronti. Proprio come se fossimo già in campagna elettorale». Quindi passa a Grillo. «Ho pensato molto al suo successo. Noi da persone responsabili ed esperte abbiamo detto e fatto cose concrete. I grillini hanno portato avanti un sogno rivoluzionario. Noi adesso dobbiamo inventarci qualcosa senza abiurare, da persone responsabili quali siamo, alle cose concrete. Dobbiamo presentarci come un sogno, come una rivoluzione italiana che porti i cittadini verso il benessere e la sicurezza». Poi una parentesi sull’attacco subito in questi giorni dalla magistratura: «Vogliono farmi fare la fine di Craxi. Siamo all’attacco alla mia libertà personale», dice riferendosi all’assedio perpetrato dai medici fiscali all’interno delle mura del San Raffaele, dove era ricoverato. «All’interno della magistratura – ribatte- c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici».

 

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