Berlusconi frena il Pd: «Non può avere tutto. Noi siamo disponibili per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi»

21 Mar 2013 12:37 - di Antonella Ambrosioni

Apertura al Governissimo e un “no” all’incetta di cariche istituzionali. «Il Pd non può avere il il premier e il Quirinale, dopo aver ottenuto i presidenti delle Camere». Sono state le prime parole pronunciate da Silvio Berlusconi al termine dell’incontro con Napolitano, alla guida della nutrita delegazione unitaria di Pdl e Lega. La linea non cambia, è quella che il Pdl dichiara in maniera netta dal giorno dopo le elezioni. «Siamo assolutamente a disposizione per un governo di coalizione che intervenga con misure economiche peraltro largamente condivise». Accompagnato dal segretario Alfano, dai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta,  dal vicesegretario della Lega, Giacomo Stucchi e dai capigruppo Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci(non c’è Maroni), il centrodestra «resta su una posizione di responsabilità totale e ci auguriamo che anche le forze politiche lo faranno», dice il Cav con lo sguardo proiettato al “gran finale”, l’incontro Napolitano-Bersani del tardo pomeriggio. Il discorso è lineare e tra le le logiche conseguenze dell’incontro della mattinata tra Grillo e il Capo dello Stato :«Ci sono tre forze di pari entità: una non è disponibile a collaborare», il M5S . «Quindi restiamo in campo noi e il Pd e tocca a noi la responsabilità di dare un governo al Paese». Governabilità e stabilità sono le stelle polari ribadite al Capo dello Stato. La situazione del Paese è di crisi profonda, servono interventi forti sull’economia. «Ieri c’è stato un piccolo spiraglio a seguito della nostra iniziativa in Europa», prosegue Berlusconi, «dove Tajani ha ottenuto un piano di pagamento alle imprese per i servizi svolti nella pubblica amministrazione. Si tratta di un punto importante che può avere influenza ottima nell’economia, è un “iniezione di liquidità”». Ma ci vuole ben altro per uscire dalla recessione. Il Cav ribadisce al Colle la disponibilità a sostenere un governo Pd-Pdl, con un programma concordato insieme: «Per uscire dalla crisi – è la convinzione peraltro annunciata nell’intervista a Studio Aperto – servono interventi forti. Siamo molto preoccupati perché la situazione economica e sociale del nostro Paese è drammatica».

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