Magalli “piange” per Crozza. E Ghedini: ha fatto intendere che i contestatori erano pagati dal Cav, lo querelo
Sono diventati tutti più realisti del re. Non si è sottratto a questa regola persino uno come Giancarlo Magalli, che non ne avrebbe avuto bisogno. Anche lui si è associato al pianto greco generalizzato in difesa di Maurizio Crozza, fischiato dal pubblico sanremese (uno degli intoccabili è stato toccato, apriti cielo) e. con un sorriso, ha sposato la tesi che i contestatori sarebbero stati “guidati” dal Cavaliere. Affermazioni a ruota liber,a che hanno provocato l’immediata presa di posizione di Niccolò Ghedini: «Durante la trasmissione I fatti vostri su Raidue, il presentatore nel commentare le contestazioni avvenute durante l’imitazione del presidente Berlusconi ha rilasciato dichiarazioni che sono palesemente diffamatorie». Magalli, ha sottolineato il parlamentare del Pdl, «ha detto che due contestatori allontanati sarebbero stati ritrovati con in tasca “assegni rilasciati da Spinelli” con ciò lasciando chiaramente intendere che si trattava di un’operazione preordinata e prezzolata tramite un collaboratore di Berlusconi. La frase – ha continuato ancora Ghedini – è stata pronunciata in un contesto non certo di satira e non è rinvenibile né prima né dopo alcuna forma di ironia sul punto. Si trattava quindi di un’affermazione totalmente destituita di fondamento, palesemente inveritiera e diffamatoria. Saranno quindi esperite tutte le azioni giudiziarie nelle sedi opportune». Magalli ha subito tentato di minimizzare: «Da quello che ho letto mi sembra che lui abbia preso come una dichiarazione quella che era semplicemente una battuta…». Poi ha dato la sua versione dei fatti: «Stavamo parlando con un direttore di giornale dei contestatori di Crozza e io scherzando ho detto che magari se guardavano nelle tasche trovavano anche gli assegni di Spinelli. È noto che Ghedini non abbia senso dell’umorismo, ma forse la battuta gli è stata riferita male. Si vede che non ha capito la battuta, che non è stata peggiore di quelle di Crozza. Se vuole querelare me, a Crozza che dovrebbe fare? Grazie a Dio la satira e l’ironia non sono ancora passibili di querele in questo Paese». Ciò non toglie che ad essere più realisti del re si fa una pessima figura, anche se una persona si chiama Magalli.