Come previsto, Albertini “scaricato” per favorire l’inciucio col Pd. «Montiani, votate Ambrosoli…»

9 Feb 2013 14:09 - di Antonella Ambrosioni

Nel giorno in cui Bersani attacca Monti sul bilancio europeo – «Se alla fine di una riunione del genere festeggia Cameron vuol dire che tutte le altre sono vittorie di Pirro» – le prove tecniche d’inciucio tra il Pd e la Lista Monti vanno avanti. Luogo prescelto, la Lombardia, neanche a dirlo, la regione diventata il “sancta sanctorum” di questa tornata elettorale, decisiva per il premio di maggioranza che regala al Senato, centrale per il risultato a livello nazionale. Tanto basta perché venga avanzata una “proposta indecente”, una vecchia conoscenza dell’ancien régime. Ora anche il professor Monti ricorre a uno  strumento machiavellico da Prima Repubblica, visto che è Maroni in Lombardia a condurre le danze, sondaggi alla mano. È il voto disgiunto, bellezza. Come ampiamente previsto, l’ordine di scuderia per gli elettori montiani di dimenticare Albertini e votare Umberto Ambrosoli, candidato del Pd,  come governatore alle Regionali, per dare invece il voto di lista a Scelta civica alla Camera e al Senato. Dopo l’endorsement della capolista montiana alla Camera in Lombardia, Ilaria Borletti Buitoni, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia incassa altri appoggi. Tra i montiani sostenitori del Centro popolare lombardo, Lorenzo Dellai, capolista della lista Monti alla Camera in Trentino, tenta di accreditare l’idea che «votare Ambrosoli alle elezioni regionali e Monti a Senato e Camera è un atto di coraggio che va nell’ interesse di tutta la Lombardia». Ambrosoli naturalmente incassa l’endorsement e risponde con un messaggio video: «È  il momento di rigenerare la classe politica». E il povero Albertini, fanalino di coda dopo Maroni e Ambrosoli? Savino Pezzotta, ex Udc e candidato governatore in Lombardia la scorsa tornata elettorale, oggi nel gruppo di Centro popolare lombardo, lo liquida così: «Monti ha sbagliato ad appoggiare Albertini, perché Albertini è un candidato a perdere e il voto disgiunto è una necessità per la Lombardia e per l’Italia». Evviva l’inciucio, e se dovesse funzionare in Lombardia ce lo ritroveremo a livello nazionale.

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