Bersani in Vaticano: per spuntarla ora cerca santi in paradiso

4 Feb 2013 21:50 - di Redattore 92

C’era anche Pierluigi Bersani in Vaticano, in occasione dei festeggiamenti per gli 84 anni dei Patti lateranensi. Per la prima volta il segretario Pd si è recato Oltretevere. Qualcuno pensa male? Qualcuno ritiene che c’entri qualcosa la vicinanza con la scadenza elezttorale? Siete degli anticomunisti impenitenti. Andate a confessarvi. Ricordate piuttosto le interviste ai genitori a Bettola, al paese natale del devoto Bersani. I servizi strappalacrime che ricordavano i bei tempi di quando Pierluigi faceva il chierichetto. Come fate a pensare che possa ingraziarsi proprio adesso,  il voto dei cattolici e la benedizione della Santa Sede? Proprio lui che, alla domanda rivoltagli recentemente, su chi fosse il suo idolo ha risposto nominando Giovanni XXIII. Il Papa buono, il pontefice del Concilio Vaticano II. Altro che Berlinguer, Gramsci, Baffone (Stalin) o Baffino (D’Alema). Con Bersani nella sala Nervi c’era anche l’antico rivale delle primarie, oggi sua prima majorette, Matteo Renzi. Basterà per ingraziarsi il Vaticano? Difficile. Le diffidenze cattoliche su una coalizione che vede alleata Sinistra e libertà di Nichi Vendola, restano imponenti e granitiche. Sui temi etici, ad esempio, sono molte le incognite: dalle coppie di fatto alla bioetica, dalla fecondazione alle politiche per la famiglia. Ma Bersani non è tipo da spaventarsi per così poco. Ci prova, china il capo e si presenta per la prima volta in Vaticano: in fondo, se Parigi val bene una messa, Palazzo Chigi val bene un concerto.

Una strategia, quella del leader del centrosinistra, che in questi giorni mira al consenso dei poteri forti. Non a caso Bersani tra poche ore sarà in Germania. Il segretario Pd avrà un incontro con il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble e terrà un discorso sul futuro dell’Europa al German Council of Foreign Relations. Alla vigilia della sua partenza, Bersani ha sottolineato la necessità di «dialogare» e non «litigare» con Berlino. Dall’udienza in Vaticano alla conferenza in Germania: gli interessi dell’Italia possono attendere.

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